L’ex viceministro che “non sapeva” della circolare più contestata della pandemia: nell’aula della commissione Covid, Pierpaolo Sileri ha messo nero su bianco uno dei nervi scoperti della gestione dell’emergenza.
Durante l’audizione, l’allora viceministro della Salute Pierpaolo Sileri avrebbe ammesso di non sapere chi avesse stilato il documento – la circolare del Ministero della Salute dell’aprile 2020, quella che indicava “tachipirina e vigile attesa” come bussola per i pazienti Covid curati a casa -affermando di non essere stato nemmeno informato della sua pubblicazione.
Ancora più sorprendente, ha sostenuto di non essere stato informato in anticipo della sua pubblicazione, pur ricoprendo l’incarico di viceministro in piena prima ondata. Una rivelazione che, se confermata, metterebbe in discussione l’intera filiera decisionale del Ministero in piena emergenza sanitaria.
Lo stesso Sileri avrebbe dichiarato di essere contrario a quella scelta terapeutica, ritenuta limitante rispetto alla possibilità di sperimentare approcci alternativi. E ancora: il viceministro avrebbe appreso del primo contagio in Italia – la coppia di turisti cinesi – “dalla moglie che aveva visto la tv”.
Nel corso dell’audizione, Sileri ha anche preso le distanze sul piano medico, spiegando di non condividere quell’impostazione terapeutica. Secondo la sua ricostruzione, la scelta di limitarsi a paracetamolo e attesa avrebbe frenato la possibilità di sperimentare e valutare in modo più ampio altre strategie di cura nella fase precoce della malattia.




















