“Il vergognoso ultimatum imposto dal TAR alla Regione Sardegna riguardo all’ampliamento abusivo della RWM, sta volgendo al termine e nulla sembra trapelare dal palazzo del potere. Potrebbe sembrare un buon segnale, eppure la realtà è più cruda.
Se la Regione non si pronuncia, lo Stato metterà una pezza con il commissariamento. E questo significa sacrificare ulteriormente la nostra terra sull’altare dello sfruttamento e della produzione bellica. Un giochino politico sottile, che vuole portare la decisione a Roma, lontano dai sardi e dalle sarde. E noi dobbiamo impedirglielo. Noi, popolo sardo, abbiamo il dovere di opporci all’ennesimo scempio: permettere alla RWM di aumentare i suoi profitti intrisi di sangue in cambio di una manciata di posti di lavoro; abbiamo il dovere di opporci all’ampliamento di una fabbrica di morte,che collabora con aziende israeliane complici del genocidio palestinese; dobbiamo pretendere che la Todde mantenga le sue promesse di rendere la Sardegna “ una terra di pace e solidarietà””, affermano gli attivisti.
“Per questo il 14 dicembre non è una semplice data: è il momento della verità. Se restiamo fermi, decideranno per noi. Decideranno che la Sardegna può essere sacrificata, sfruttata, militarizzata. La Regione tentenna, Roma scalpita, la RWM si sfrega le mani. L’unico argine reale siamo noi: la nostra presenza, la nostra voce, la nostra determinazione. Dobbiamo far capire che il popolo sardo non si piega. Che non accettiamo giochi politici, commissariamenti calati dall’alto o che la nostra isola diventi complice della guerra. Ognuno conta. Ogni persona presente farà la differenza. Ogni assenza sarà vantaggio per l’altra parte.
Per questo il 14 dicembre dobbiamo essere marea davanti ai cancelli della RWM. Per difendere la Sardegna. Per dire NO, forte e chiaro, prima che sia troppo tardi. Il 14 dicembre o ci siamo, o decidono contro di noi. E noi ci saremo. Tutte e tutti”, conclude la nota.






















