“Le risposte fornite da ARPAS, ISPRA e dalla stessa Sarlux, acquisite tramite i recenti accessi agli atti presentati dal Comitato Civico per la Tutela Ambientale e della Salute di Sarroch, rivelano un quadro estremamente grave: per otto anni la torcia della raffineria Sarlux ha operato senza un sistema di monitoraggio continuo delle emissioni (SME) attivo, validato e funzionante, come invece imposto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) sin dal 2017”, denuncia in una nota il Comitato.
“Dai documenti ufficiali emerge che l’Arpas dichiara di non aver mai ricevuto i dati dei sensori delle torce industriali. Ispra possiede esclusivamente dati interni di processo, privi della validazione e certificazione previste dalla normativa europea e Sarlux ammette formalmente che nel 2025 il sistema di monitoraggio continuo è ancora in fase di “validazione”, e quindi non risulta in esercizio. Ciò significa che per l’intero periodo 2017–2025 non è mai esistito un sistema di controllo continuo certificato in grado di misurare la composizione dei gas inviati in torcia, l’efficacia della combustione, le eventuali emissioni anomale e la dispersione reale degli inquinanti in atmosfera”, prosegue la nota del Comitato Civico.
“Un impianto classificato come RIR – Rischio di Incidente Rilevante ha quindi operato senza la principale misura di sicurezza ambientale prevista dalla normativa europea e italiana. L’assenza di monitoraggio continuo della torcia implica l’assenza di dati ufficiali sulle emissioni reali in atmosfera per 8 anni, l’assenza di verifiche terze sul rispetto dell’AIA, l’assenza di controlli ambientali pubblici su uno degli impianti industriali più complessi d’Europa e possibili rischi ambientali e sanitari non valutati. Si tratta di un vuoto di controllo che non ha precedenti in Sardegna”, afferma il Comitato Civico per la Tutela Ambientale e della Salute di Sarroch,
Questo significa che nessuno è stato in grado di verificare le emissioni reali, nemmeno in caso di anomalie o odori persistenti segnalati dai cittadini.
È una situazione che richiede un chiarimento immediato da parte delle autorità competenti.”. Dichiara il Presidente del Comitato, Giampaolo Masu.























