Noi Madri Contro la repressione e Cagliari Socialforum esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne indagate dalla DDA e dalla Questura di Cagliari nella cosiddetta “operazione Maistrali”.
“Siamo con voi e risponderemo a questo ennesimo feroce attacco alla libertà della persona. Cortei violenti in Sardegna, indagati 36 anarco insurrezionalisti. Per dieci l’accusa di associazione con finalità di terrorismo” così annunciano l’Ansa e l’Unione sarda anticipando, con una velina della Questura e della Procura, secondo un copione ormai consueto per i cosiddetti organi di informazione , le comunicazioni alle indagate e agli indagati.
Ricordiamo a questi “giornalisti” che per legge, un indagato è innocente fino al terzo grado di giudizio e che esiste il reato di diffamazione a mezzo stampa e il reato di istigazione all’odio e alla violenza ( per usare delle
categorie tanto amate attualmente).
Solo in un regime fascista coloniale come quello che ha sempre schiacciato gli abitanti di questa terra, le squadre repressive e giudiziarie accompagnate dalle gogne di giornalisti servi che pubblicano persino il quartiere d’abitazione, oltre al nome, cognome età e professione delle e degli indagati, si spingono fino al punto di formulare accuse di terrorismo e anarco insurrezionalismo per manifestazioni antifasciste, anticoloniali, di solidarietà ai reclusi nei lager dei CPR e delle carceri.
I fatti contestati sono ridicoli per la loro inconsistenza penale ma è uso, in una colonia, reprimere qualunque tentativo di critica al sistema, qualunque manifestazione di solidarietà o, addirittura, applicare la costituzione quando chiama alla difesa dei valori antifascisti.
Questa operazione repressiva, dopo “Arcadia” e “Lince” pretende di fermare e soffocare i movimenti di lotta e di protesta ammucchiando incoerentemente fatti, circostanze e luoghi diversi il cui legame, questo si, è il rifiuto della miseria, dell’espropriazione e della devastazione dei nostri territori con basi militari, esercitazioni, industrializzazioni tossiche e fallimentari, carceri speciali, CPR, fabbriche di bombe e turistizzazione forzata.
In una popolazione di un milione e mezzo di abitanti ridotta al silenzio dalla violenza di crudele dominio coloniale, quella classe sociale che, alleata coi coloni, trae vantaggio dall’occupazione e diventa il suo cane da guardia, sono cresciuti personaggi che noi ricordiamo, questi si, eversivi.
Come Antonio Segni, artefice col comandante dei Carabinieri Giovanni De Lorenzo, del Piano Solo che “prevedeva di “intervenire” con i Carabinieri per occupare simboli del potere, sequestrare oppositori politici e bloccare l’avanzata del centrosinistra”.
Come Giuseppe Pisanu, anche lui ministro dell’Interno che nel 2005 coniò proprio la categoria dell’ “ anarco-insurrezionalismo” ammucchiando eventi e proteste di ogni genere per distogliere l’attenzione dalle schifezze italiane a Bagdad compresa l’uccisione di Calipari funzionario del Sismi.
Come Francesco Cossiga che in un’ intervista rilasciata al quotidiano «Il Resto del Carlino» il 23 ottobre 2008, come ex ministro degli Interni consiglia all’allora omologo di «fare quel che feci io quando ero ministro dell’Interno», ossia «infiltrare il movimento con agenti provocatori» e lasciare così che i manifestanti «mettano a
ferro e fuoco la città». Dopodiché, afferma che ”le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà» e «mandarli tutti in ospedale», «picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Ora l’alleato è l’apparato giudiziario che manda avanti, come primo atto, la bolla di una “bella” indagine per terrorismo e i relativi processi, destinati a durare decenni e che, da soli, rappresentano una ingiusta e violenta condanna. Non ci fermerete. Non fermerete i nostri figli.
Le Madri Contro la repressione e il Cagliari Socialforum chiamano una risposta forte contro chi difende con ogni mezzo le squadracce fasciste che imperversano nelle città, nelle scuole e nelle istituzioni e usa la violenza degli idranti, dei manganelli, dei gas lacrimogeni e delle inchieste giudiziarie contro i manifestanti antifascisti definendoli “terroristi””, conclude la nota delle Madri Contro la repressione e il Cagliari Socialforum.























