“Esprimiamo forte preoccupazione per l’operazione repressiva che torna a colpire la Sardegna.
Questa nuova inchiesta vede coinvolte 36 persone, indagate dalla Procura di Cagliari e più nello specifico dalla Direzione Distrettuale Antiterrorismo.
Appare fin da subito, leggendo solo il capo di imputazione, che si tratta di accuse fumose e destinate esclusivamente a reprimere il dissenso che sta attraversando la Sardegna contro l’economia di guerra, contro le politiche governative di appoggio al Genocidio Palestinese e contro la speculazione energetica.
Questi temi stanno svegliando le coscienze dei sardi, che a migliaia scendono in Piazza, accanto a chi da sempre lotta contro l’utilizzo coloniale della Sardegna come un hub della guerra e di sfruttamento delle proprie risorse.
Le accuse vanno dalla sovversione allo Stato, per fatti bagatellari come l’imbrattamento ad edifici pubblici, a reati come la resistenza nel corso di manifestazioni pubbliche, reati sempre più utilizzati per reprimere chi manifesta.
E non a caso, abbiamo assistito anche recentemente a fatti in cui le forze dell’ordine caricavano i manifestanti e li ferivano senza alcun motivo.
Siamo sicuri che chi da sempre lotta per una Sardegna libera e solidale con gli altri Popoli oppressi, non si farà intimidire e proseguirà manifestando il proprio pensiero e il desiderio di vivere in una terra libera, ma siamo certamente preoccupati perché ancora una volta il diritto penale viene utilizzato per sostenere le politiche di governo antipopolari.
Solidarietà a tutte le persone coinvolte, staremo sempre al vostro fianco e andremo sempre avanti nella lotta per una Sardegna libera”, queste le parole di denuncia da parte dell’Associazione LIbertade.






















