Caro Ministro Crosetto, ma che cosa c’entra la disinformazione con le dichiarazioni di Zakharova sul crollo della Torre a Roma? Perdoni la domanda impertinente, ministro Crosetto, ma lei possiede le facoltà logiche per attribuire un senso alle parole che usa nella sua veste di ministro? La mia domanda è tecnica: caro ministro, mi spiega che cos’è la disinformazione? Le spiego: un’opinione che non le piace non ricade nel campo della disinformazione. Lei ha un problema serissimo con la classificazione, che è alla base dell’attività scientifica.
Le faccio due esempi per aiutarla a capire i fondamenti della logica, uno semplice e l’altro più difficile.
Esempio 1: Immaginiamo che lei sia un tifoso del Milan ed io del Napoli. E immaginiamo che io dica che il Napoli di Maradona era più forte del Milan di Sacchi. Ebbene, questa è un’opinione che non le piace, ma non è “disinformazione”.
Esempio 2: se un professore universitario dice: “Quanto maggiore sarà il volume di fuoco dell’Ucraina contro la Russia tanto più grande sarà il volume di fuoco della Russia contro l’Ucraina”, questa non è disinformazione. E’ semplicemente una proposizione bivariata, suscettibile di conferma o confutazione empirica, che non le piace. Ma non è disinformazione!
Se io dico che lei, caro Crosetto, non ha capito niente della guerra in Ucraina, non è disinformazione, è un dato della realtà, confermato dal fatto che l’Ucraina e l’Europa sono in ginocchio.
Da italiano, a me non sono piaciuti i commenti di Zakharova e li condanno. Però condanno anche la sua incapacità di produrre un pensiero basato sulle regole elementari della logica classificatoria. La smetta di tirare in ballo la disinformazione anche per spiegare perché le sue frittelle sono poco croccanti. Grazie. Gli italiani non ne possono più della sua propaganda. Serietà, please.
P. S. In risposta all’intervista rilasciata da Crosetto a Repubblica, il 4 novembre 2025, in cui Crosetto ha detto che le dichiarazioni di Zakarova sono: “Una microscopica parte, né rilevante né sofisticata come lo sono altre, della capacità di disinformazione russa”.
Di Alessandro Orsini






















