Il turismo dell’olio non aiuta l’abbassamento della produzione, ma al contrario, la fa crescere, poiché la valorizzazione del prodotto attraverso le visite guidate, le degustazioni e le esperienze legate all’olivicoltura crea un flusso di entrate extra per i produttori.
Queste entrate consentono di sostenere l’olivicoltura e prevenire l’abbandono del territorio, preservando il paesaggio, la biodiversità e le tradizioni, e incentivando lo sviluppo di economie locali.
Un sostegno economico: Il turismo dell’olio genera un flusso finanziario extra che può compensare le instabilità della produzione agricola e sostenere la manutenzione degli uliveti. È una preservazione del paesaggio: Offre incentivi economici per proteggere e curare il paesaggio olivicolo, che altrimenti rischierebbe l’abbandono.
È una valorizzazione del prodotto: aiuta i produttori a ottenere un prezzo più giusto per l’olio di alta qualità, poiché i consumatori diventano più consapevoli del suo valore, dei benefici nutrizionali e della complessità del processo produttivo.
“Genera sviluppo locale: contrasta lo spopolamento delle aree rurali creando nuove opportunità di lavoro e contribuendo allo sviluppo di economie locali. Genera cultura e consapevolezza: Promuove la cultura dell’olio e dell’alimentazione, educando i consumatori a distinguere i prodotti di qualità e a riconoscerne il giusto valore. Il Turismo dell’olio è un’opportunità per vivere e valorizzare frantoi, aziende e oliveti”, afferma Giulia Mura-entrepreneur e Ceo , titolare dell’Oleificio Pelau nonché pioniera in Sardegna: olio e turismo è un legame da potenziare e valorizzare per diffondere la cultura della consapevolezza della qualità.
L’olio non è solo un elemento connotante un territorio, ma diviene una potenziale attrazione turistica alla luce del crescente interesse da parte della domanda .
“Il turismo dell’olio è una grande opportunità per dare “valore” al prodotto finito olio extravergine di oliva. Dobbiamo raccontare l’olio e far vivere ai visitatori esperienze autentiche,emozioni che rimarranno impresse per sempre nelle loro menti. Anche a novembre continuiamo ad accogliere visitatori dalla Germania, Repubblica Ceca, Nuova Zelanda, Sri Lanka, Algeria, Spagna, viaggiatori che già percorrono territori fortemente conosciuti per l’oleoturismo ma che hanno voglia e forte interesse per conoscere nuove rotte dell’olio quali quella dell’Ogliastra che piano piano ogni giorno ci impegnamo per fare conoscere al mondo”.
“Il clima sempre più siccitoso e caldo danneggia le produzioni le indebolisce sempre di più ma noi dobbiamo fare di questa criticità un punto di forza coltivando sempre di più l’oleoturismo aprendo il frantoio non solo per accogliere le olive ma anche nei mesi invernali per accogliere turisti e farli sentire a casa loro “conclude Mura .

























