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Sanluri, su il sipario sulla Stagione 2025-2026 al Teatro Comunale “Akinu Congia”

3 Ottobre 2025
in Cultura, Medio Campidano
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Sanluri,  su il sipario sulla Stagione 2025-2026 al Teatro Comunale “Akinu Congia”
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Un viaggio emozionante tra le umane passioni, dai miti antichi ai testi contemporanei, tra intriganti ritratti d’artista e brillanti commedie con la Stagione di Prosa | Musica | Danza e Circo Contemporaneo 2025-2026 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Comunale “Akinu Congia” di Sanluri con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Sanluri e il contributo della Fondazione di Sardegna. Undici titoli in cartellone da ottobre ad aprile con nomi di spicco della scena nazionale e non solo, da Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio, a GianMarco Tognazzi, Mario Perrotta, Antonio Cornacchione, Riccardo Polizzy Carbonelli (Roberto Ferri di “Un posto al sole”) e Marina Lorenzi, Marco e Marianna Morandi con Marcello Sindici, il poliedrico Kulu Orr, Valentino Mannias (Premio Ubu 2024, nel cast della serie “Il Mostro” su Netflix), Nina Pons con i performers e musicisti Mugen Yahiro, Naomitsu Yahiro e Tokinari Yahiro, David Wright con il NY Fellowship Choir e la compagnia Oltrenotte.

«Siamo molto soddisfatti del bellissimo calendario teatrale che stiamo proponendo» – afferma il sindaco di Sanluri Alberto Urpi –. «C’è tanta attesa per questo programma da parte del nostro pubblico sempre in crescita. L’anno scorso abbiamo registrato il sold out in tutte le date e questa stagione contiamo di replicare perché portiamo a teatro attori, artisti e registi di fama nazionale e internazionale. Le premesse per un’ottima stagione ci sono tutte, noi continuiamo a investire nella cultura anche con il nostro teatro agli ex Scolopi, perché possa essere un centro di riferimento per il territorio».

Una ricca programmazione che spazia tra le “Metamorfosi” di Ovidio, che contiene «una grandiosa rappresentazione del carattere instabile, precario e illusorio della realtà», nella mise en scène di Andrea Baracco, con Nina Pons e i tamburi giapponesi dei Munedaiko, incentrata sui racconti de “L’Origine”, con la fine del Caos e la nascita dell’umanità, la storia di “Apollo e Dafne”, con la passione sfrenata del dio per la ninfa in fuga e infine il tragico volo di “Fetonte” e “Hamlet in Purple”, una rilettura del capolavoro di William Shakespeare firmata da Valentino Mannias, protagonista sulla scena con il musicista e compositore Luca Spanu e con le marionette de Is Mascareddas, con un’inedita versione della tragedia del Principe di Danimarca. Inaugurazione – il 26 ottobre – con “Paul McCartney e i Beatles / Due Leggende” con GianMarco Tognazzi (voce narrante) e il Trio Saverio Mercadante (Rocco Debernardis al clarinetto, Roberto Corlianò al pianoforte e Francesco Tizianel alla chitarra) dove l’attore romano ripercorre la straordinaria parabola artistica (e le vicende umane) dei Fab Four, che hanno rivoluzionato la cultura e l’estetica musicale negli Anni Sessanta.

Un vivido affresco della società con “Plaza Suite” di Neil Simon per la regia di Ennio Coltorti, con Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio nei ruoli dei protagonisti: tre coppie si avvicendano in un appartamento in un hotel di lusso, tra anniversari, incontri “romantici” e feste di nozze, in una commedia brillante e coinvolgente. Ritratto di famiglia in “Benvenuti a Casa Morandi” di e con Marco e Marianna Morandi, in scena con Marcello Sindici, per la regia di Pino Quartullo: i due figli d’arte si raccontano, tra i ricordi d’infanzia e della giovinezza che riaffiorano durante un trasloco, in una commedia allegra e tenera, con un pizzico di nostalgia. “Un letto per due” di Tato Russo, con Riccardo Polizzy Carbonelli e Marina Lorenzi (compagni nella vita oltre che sul palco) diretti da Livio Galassi, con le azioni coreografiche degli Incorporea Group, racconta invece una lunga storia d’amore tra passioni, tradimenti, figli, sogni e disillusioni, per una riflessione sul tema del matrimonio e sulle molteplici sfumature del sentimento più universale.

Omaggio a Domenico Modugno con “Nel Blu / avere tra le braccia tanta felicità” di e con Mario Perrotta, sul palco con il pianista e compositore Vanni Crociani, il chitarrista e cantante Massimo Marches ed il violoncellista Giuseppe Franchellucci, «il racconto intimo di un uomo di una terra dimenticata da Dio, quella Puglia che sarebbe rimasta alla periferia del regno ancora per decenni… che parte all’avventura per “fare l’attore” e si ritrova, dopo pochi anni, a insegnare a tutto il mondo a “volare”» riuscendo a tradurre in musica la joie de vivre. S’intitola “D.E.O. ex Macchina” il monologo scritto e interpretato da Antonio Cornacchione e diretto da Giampiero Solari, che racconta la creazione dell’innovativo centro di ricerca elettronica grazie all’intuizione di un imprenditore illuminato e visionario come Adriano Olivetti, che porta l”Italia all’avanguardia nell’informatica con la realizzazione del primo calcolatore da tavolo al Mondo, la P101.

Il fascino della musica gospel con il concerto di David Wright & The NY Fellowship Choir: l’ensemble fondato nel 1993 dal reverendo Timothy Wright, ora diretto dal figlio David, già vincitore di due Grammy Awards e sette Stellar Awards e con all’attivo albums come “Clap Your Hands”, “Next Generation” e “Miracles” sbarca nell’Isola con tutta l’energia travolgente dei canti tradizionali dei neri d’America, con un repertorio che spazia degli inni sacri al Soul e al Rhythm and Blues, in una felice alchimia di note e spiritualità. Un avvincente racconto per quadri con “Adeus” della compagnia Oltrenotte, originale creazione coreutica di e con Lupa Maimone, Vinka Delgado, Simona Ceccobelli, Ayelén Tejedor e Elisa Zedda, impreziosita dalla musica dal vivo e realizzata con la collaborazione artistica di Florent Bergal, in cui cinque giovani donne si scoprono irresistibilmente attratte dall’idea della vecchiaia, per sottrarsi agli stereotipi e ai pregiudizi sulle trasformazioni del corpo, rivendicando la propria indipendenza e libertà, in una chiave surreale, tra ironia e poesia.

Tra gli appuntamenti da non perdere della Stagione 2025-2026 a Sanluri , quello con “Control Freak” di Kulu Orr, uno strepitoso one-man-show per riscoprire la magia del nouveau cirque tra numeri acrobatici, giocoleria e clownerie, con una colonna sonora che spazia tra le partiture di Johann Sebastian Bach e le canzoni dei Beatles e di Nina Simone, uno spettacolo incantevole dove «un personaggio teneramente disastroso lotta con la scena, con se stesso e con marchingegni ribelli… fino a domarli tutti», in un intreccio fra arti circensi, musica, teatro ed effetti speciali…. per immergersi in un sogno ad occhi aperti dove «ogni errore diventa meraviglia».

Un cartellone interessante che spazia tra i differenti registri, dall’ironia della commedia al pathos del dramma, fino alla comicità dei clowns per raccontare la complessità e le contraddizioni della natura umana, affrontando temi come l’amore e la guerra, la violenza incarnata da Apollo, travolto dal desiderio, accanto al classico dilemma di Amleto, indeciso tra l’azione, e dunque la vendetta, e la contemplazione filosofica, e dunque la sopportazione di fronte all’ingiustizia e alla crudeltà del destino. La musica – con il gospel di David Wright & The NY Fellowship Choir, accanto alle canzoni dei Beatles e di Domenico Modugno – e la danza, o meglio il teatrodanza con “Adeus”, e il circo contemporaneo con “Control Freak”, s’intrecciano alla prosa, con pièces come “Plaza Suite” e “Un letto per due”, accanto a “Benvenuti a Casa Morandi”, fra il teatro di narrazione, da “D.E.O. ex Macchina” a “Nel Blu”, “Metamorfosi” e “Paul McCartney e i Beatles / Due Leggende”, la virtuosistica performance di Valentino Mannias che in “Hamlet in Purple” dà voce a tutti i personaggi in una sorta di teatro dell’anima, con un gioco di specchi tra realtà e finzione.

Una stagione intensa e variegata, capace di affascinare e incuriosire le differenti fasce di pubblico, dagli amanti della prosa e della danza agli appassionati di musica, con artisti affermati e nomi di spicco della scena italiana accanto a giovani compagnie e nuovi talenti (già apprezzati e premiati, in Italia e all’estero) per un focus sulle nuove generazioni e il teatro del futuro, con una particolare attenzione alla nuova drammaturgia accanto alle riletture dei classici in chiave contemporanea.

IL CARTELLONE

Inaugurazione – domenica 26 ottobre alle 20.30 – con “Paul McCartney e I Beatles / Due leggende” con GianMarco Tognazzi (voce narrante) e il Trio Saverio Mercadante formato da Rocco Debernardis (clarinetto), Roberto Corlianò (pianoforte) e Francesco Tizianel (chitarra), con testi di Rosa Sanrocco e distribuzione a cura di Reggio / Iniziative Culturali Srl, per un ideale viaggio nelle atmosfere della Swinging London. Tra indimenticabili melodie, GianMarco Tognazzi dà voce a Paul McCartney, cantante e bassista nonché autore di alcuni dei maggiori successi della storica band, come “Yesterday” e “Michelle”, “Eleanor Rigby”, “Yellow Submarine”, “Penny Lane”, “She’s Leaving Home”, oltre a “Lady Madonna”, “Hey Jude”, “Get Back” e “Let It Be”. La straordinaria parabola dei Fab Four rivive sulla scena tra i ricordi del polistrumentista e compositore britannico, che dopo lo scioglimento del gruppo ha proseguito la sua carriera da solista e con i Wings, fino al Got Back Tour, con aneddoti curiosi come la notizia della sua presunta morte annunciata alla radio dal disk jockey Russell Gibb. Sul palco l’attore romano, raffinato e versatile interprete con all’attivo un’intensa carriera fra teatro, cinema e televisione, propone la versione di Paul McCartney sulla storia dei quattro ragazzi di Liverpool che con le loro canzoni hanno rivoluzionato la musica del Novecento: i Beatles, ai vertici della classifica de The 100 Greatest Artists of All Time stilata dalla rivista Rolling Stone, hanno influenzato la cultura, la moda e il costume ammaliando le platee e scatenando la British Invasion.

Riflettori puntati – domenica 23 novembre alle 20.30 – su Antonio Cornacchione, che in “D.E.O. ex Macchina” racconta un’epoca in cui l’industria italiana era all’avanguardia in settori come l’informatica e la chimica, grazie a imprenditori illuminati come Adriano Olivetti. Un affresco del Belpaese negli Anni Cinquanta, in pieno boom economico, tra sogni e speranze di rinascita: “D.E.O. ex Macchina”, originale e coinvolgente monologo scritto e interpretato da Antonio Cornacchione, con la collaborazione ai testi di Massimo Cirri e scenografia e video-mapping a cura di Alessandro Nidi, per la regia di Giampiero Solari (produzione Amicor Sas) parla della nascita del Centro di Ricerca Elettronica a Barbaricina, vicino a Pisa, dove sotto la guida dell’ingegner Mario Tchou avrebbero visto la luce il calcolatore Elea 9001 e «il primo calcolatore da tavolo al mondo, la P101 chiamata affettuosamente Perottina dal nome del suo inventore Pier Giorgio Perotto». Volto noto del piccolo schermo, dalle apparizioni al Maurizio Costanzo Show a Zelig Off, Crozza Italia e Che tempo che fa, Antonio Cornacchione, già sceneggiatore di fumetti, dà prova di uno spiccato talento per la comicità e la satira allo Zelig di Milano, per approdare in tv e al cinema e finalmente in teatro, in “Tel chi el telùn” con Aldo, Giovanni e Giacomo e il “Circo di Paolo Rossi”, fino alle commedie “Ieri è un altro giorno” di Silvain Meyniac e Jean François Cros, e “Basta Poco”, e porta ora in scena le sue “memorie di un impiegato” in “D.E.O. ex Macchina”.

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Una tragedia elisabettiana – sabato 13 dicembre alle 20.30 – con “Hamlet in Purple”, uno spettacolo di Valentino Mannias, protagonista sulla scena con il polistrumentista e compositore Luca Spanu, per una originale rilettura de “The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark” di William Shakespeare, in cui si intrecciano recitazione e teatro di figura in un avvincente gioco di specchi tra arte e vita. “Hamlet in Purple” (produzione Valentino Mannias e Bluemotion) con le marionette de Is Mascareddas (Premio Ubu alla carriera 2023), musiche di Luca Spanu e interventi vocali di Emanuela Orrù e Federica Orrù, disegno luci di Andrea Gallo, foto di scena di Dietrich Steinmetz, rievoca trama e personaggi del celebre dramma, che sembrano materializzarsi come per incanto, riaffiorando dalla memoria, così da far rivivere ancora una volta la storia del principe danese. Un’intensa prova d’attore per Valentino Mannias (Premio Hystrio alla vocazione 2025 e Premio Ubu 2024 come miglior attore/performer under 35) che firma traduzione, drammaturgia e regia della pièce, in cui presta voce e corpo ad Amleto, «strozzato dai mille soprusi, incapace di fermare una guerra, inetto ad amare» e di volta in volta alla madre, la Regina Gertrude e al di lei cognato e novello sposo, il Re Claudio, fratricida e usurpatore del trono, alla dolce Ofelia e all’intrigante Polonio come agli infidi Rosencrantz e Guildenstern e all’amico Orazio. “Hamlet in Purple” racconta il dilemma di un moderno antieroe, tormentato dai dubbi e circondato dai “fantasmi”, in una storia emblematica, un omaggio al teatro fra realtà e illusione, amore e follia.

L’energia travolgente della musica gospel – lunedì 22 dicembre alle 20.30 – con il concerto di David Wright & The NY Fellowship Choir: sul palco l’affiatato ensemble vocale e strumentale che comprende oltre ai cantanti un pianoforte, con basso e batteria per una preziosa antologia di inni sacri, tra assoli vertiginosi e potenti armonie, in uno stile che fonde le note ispirate degli antichi spirituals con le metriche suggestive del soul e del rhythm and blues, fra tradizione e contemporaneità. The New York Fellowship Mass Choir, fondato nel 1993 dal reverendo Timothy Wright, definito il Godfather of Gospel, padre di David, e composto da artisti provenienti da tutta la città, tra cui Hezekiah Walker & the Love Fellowship Choir, James Hall and Worship & Praise e Ronnie Felder & the Voices of Inspiration, ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi, tra cui due Grammy Awards e sette Stellar Awards. Sotto la guida di David Wright, che ha raccolto l’importante eredità paterna, The NY Fellowship Choir prosegue la sua attività con concerti e tournées negli Stati Uniti e nel mondo, oltre alle incisioni discografiche, tra cui gli albums “Clap Your Hands”, “Next Generation” e “Miracles”. Le radici afroamericane si fondono alle sonorità contemporanee, dando vita a canzoni originali e performances coinvolgenti: The NY Fellowship Choir propone un repertorio che unisce il fascino della black music a un profondo sentimento religioso e alla gioia di vivere, creando un’atmosfera intensa e toccante e trasmettendo così, attraverso le melodie, un messaggio di fede e speranza.

Una storia surreale – domenica 11 gennaio alle 20.30 – con “Adeus”, una creazione di e con Simona Ceccobelli, Vinka Delgado, Lupa Maimone, Ayelen Tejedor ed Elisa Zedda, con la collaborazione artistica di Florent Bergal, disegno luci di Riccardo Serra (produzione Oltrenotte, in collaborazione con La Vispera, in co-produzione con Antic Teatre Barcelona). Una pièce di danza contemporanea per un’indagine sull’immaginario femminile: cinque giovani donne si confrontano con l’idea della vecchiaia, si lasciano ammaliare dal carisma e dalla libertà di chi non teme più il giudizio altrui, mettendo in discussione gli stereotipi culturali e i canoni estetici, la paura del trascorrere del tempo e il mito dell’eterna giovinezza. “Adeus” è un’opera multidisciplinare, uno «spettacolo coreografico di equilibrismi, contorsionismi e musica dal vivo» in cui si intrecciano danza e teatro, con una cifra visionaria che supera i sottili confini tra realtà e sogno e propone il “paradosso” di una bellezza fuori dagli schemi, dove personalità e temperamento, intelligenza e talento costituiscono gli ingredienti per vivere secondo le proprie inclinazioni e i propri desideri. In un emozionante e sorprendente racconto per quadri le protagoniste “giocano” a sovvertire i parametri, a proiettarsi in un ipotetico futuro o assomigliare alle proprie antenate, dissimulando la loro età per immergersi insieme agli spettatori in una dimensione fantastica, dove tutto può accadere e tutto muta, in un susseguirsi di scene comiche e perturbanti, tra ironia e meraviglia.

Un vivido affresco di varia umanità – domenica 25 gennaio alle 20.30 – con “Plaza Suite”, fortunata commedia di Neil Simon, nella tradizione italiana di Maria Teresa Petruzzi, con Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio, e con Gianluca Delle Fontane, Andrea Bezzi e Giulia Galizia, con scenografia di Andrea Bianchi e costumi di Sonia Cammarata, per la regia di Ennio Coltorti (produzione Skyline Productions, in collaborazione con Savà / Produzioni Creative e La Contrada / Teatro Stabile di Trieste). Una pièce brillante ambientata in un lussuoso appartamento in un grande albergo, dove si avvicendano ricchi clienti che si mettono a nudo rivelando le proprie fragilità e le proprie inquietudini, in uno spaccato della società: tre coppie più o meno affiatate discutono i loro problemi, tra crisi e tradimenti, litigi e riconciliazioni. L’elegante cornice sembra quasi accentuare le dissonanze e le note caratteriali, l’imprevedibilità dell’esistenza e l’irrequietezza dell’animo umano: intorno alla moglie di un importante e impegnatissimo imprenditore, che sceglie la suite per l’anniversario delle nozze, a due amanti clandestini e a due genitori preoccupati per l’imminente matrimonio della figlia, si aggirano camerieri e segretarie. Tra incomprensioni, equivoci e rivelazioni, Neil Simon mette in evidenza, con pungente umorismo, lasciando affiorare i pensieri e le emozioni accuratamente celati, la complessità della natura umana e la necessità di salvare le apparenze, la forza delle passioni e l’ipocrisia della società.

La magia del nouveau cirque – mercoledì 25 febbraio alle 20.30 – con “Control Freak” di e con Kulu Orr, un coinvolgente e sorprendente one-man-show incentrato su uno strano personaggio che «lotta con la scena, con se stesso e con marchingegni ribelli… fino a domarli tutti» (distribuzione in Italia a cura di Vittorio Stasi, in collaborazione con IMARTS). Una performance vertiginosa in cui l’artista interagisce con gli oggetti e con il pubblico: un eclettico acrobata e giocoliere, clown e musicista per uno spettacolo in cui si fondono arti circensi e tecnologia, per regalare emozioni. “Control Freak” (un titolo decisamente ironico, ma ance calzante, che si potrebbe tradurre come “maniaco del controllo”, a indicare il disperato tentativo del protagonista di gestire tutto ciò che lo circonda) per uno spettacolo che mescola teatro, danza e musica, video ed effetti speciali, tra oggetti volanti, esercizi di equilibrio e acrobazie e «dove ogni errore diventa meraviglia». Il palco si anima e si trasforma in un paesaggio incantato, l’artista suona e compone… nell’aria, mentre le palline da giocoliere diventano strumenti musicali, una giacca si rivela una console luminosa e le corde di una chitarra controllano lo schermo, la musica e le luci del palco… «immaginate cosa succede con un classico dei Red Hot Chili Peppers». Kulu Orr conduce il pubblico dentro un sogno colorato, in «un mondo dove Bach incontra Nina Simone, i Beatles danzano con la tecnologia, e tutto prende vita: “Control Freak” è un inno all’ingegno, alla fragilità e al potere del gioco». Un’esperienza indimenticabile.

Scene da un matrimonio – domenica 8 marzo alle 20.30 – con “Un letto per due” di Tato Russo, con Riccardo Polizzy Carbonelli e Marina Lorenzi e con i performers dell’Incorporea Group, con le coreografie di Aurelio Gatti, per la regia di Livio Galassi (produzione T.T.R. / Il Teatro di Tato Russo). La pièce racconta la storia di una coppia, tra «difficoltà, tribolazioni, risate, dolori, speranze e delusioni» di trentacinque anni di vita insieme, mettendo l’accento sui momenti cruciali, dalla prima notte di nozze alla nascita del primo figlio, il successo del marito come scrittore, ma anche una relazione extraconiugale, e poi il matrimonio felice della figlia e le disavventure del figlio maschio. Un grande letto a due piazze al centro del palco diventa il simbolo del “martirimonio”, un neologismo che riassume il carattere contraddittorio di un legame fatto di gioia e amarezza, passione e tradimenti, ricordi e rimpianti, rabbia e disincanto: in questa trasposizione teatrale, da una sceneggiatura per un film, Tato Russo, affermato attore, regista e drammaturgo partenopeo, «rilegge in chiave moderna la favola più antica del mondo: quella dell’amore eterno». Sotto i riflettori Riccardo Polizzy Carbonelli e Marina Lorenzi interpretano i protagonisti di una storia semplice ma anche paradigmatica, che rivela le aspirazioni e i desideri, i fallimenti e le incomprensioni e ripercorre l’evoluzione di un rapporto dopo la fine dell’idillio con la consapevolezza delle imperfezioni e delle contraddizioni della natura umana, tra i fantasmi del passato e la ricerca della felicità.

Ritratto di famiglia – domenica 15 marzo alle 20.30 – con “Benvenuti a Casa Morandi”, una commedia scritta da Marianna e Marco Morandi, Pino Quartullo e Elisabetta Tulli che rievoca l’infanzia e la giovinezza di due figli d’arte, tra i successi e gli impegni professionali del celebre padre e della madre l’attrice Laura Efrikian (distribuzione Diego Ruiz per Mentecomica). Sul palco Marianna e Marco Morandi, accanto a Marcello Sindici, per la regia di Pino Quartullo, interpretano se stessi, alle prese con un trasloco, dopo la scomparsa della Tata Marta: tra mobili e vecchi giocattoli riaffiorano i ricordi di una vita sotto i riflettori, tra set cinematografici e studi televisivi, films e canzoni, fin da bambini sotto gli occhi del pubblico, come piccoli divi tra i flash dei fotografi. “Benvenuti a Casa Morandi” rappresenta un viaggio tra le emozioni, in cui i protagonisti si confrontano con il passato, con l’allegria e la tristezza, la serenità dell’età dei giochi e la presenza rassicurante della tata. Tra incursioni telefoniche di mamma e papà e dei rispettivi figli, e l’arrivo inaspettato di un traslocatore invadente e innamorato, Marianna e Marco si raccontano con ironia, leggerezza e una punta di malinconia. Una commedia delicata e tenera, sull’importanza degli affetti, in cui Marianna, attrice, diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, una carriera fra teatro, cinema e televisione e Marco, cantante, attore e compositore, rivelano i loro pensieri e i loro sentimenti, insieme a frammenti significativi della loro storia familiare, con disarmante sincerità.  

Omaggio a Domenico Modugno – domenica 12 aprile alle 20.30 – con “Nel Blu / avere tra le braccia tanta felicità”, uno spettacolo di e con Mario Perrotta, in scena con Vanni Crociani (pianoforte), Massimo Marches (chitarra) e Giuseppe Franchellucci (violoncello), con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli (produzione Permar Compagnia Mario Perrotta e Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale). Sulle note di canzoni indimenticabili, tenere, ironiche e poetiche Mario Perrotta racconta la storia dell’artista pugliese che ha saputo racchiudere in una melodia un sogno di felicità: «un uomo di una terra dimenticata da Dio – quella Puglia che sarebbe rimasta alla periferia del regno ancora per decenni… – che parte all’avventura per “fare l’attore” e si ritrova, dopo pochi anni, a insegnare a tutto il mondo a “volare”; apre la bocca e trascina via con un urlo irrefrenabile ogni residuo fosco del dopoguerra». “Nel Blu” rappresenta così un ritratto di uno straordinario artista, dotato di grande carisma, talento e passione, la cui fama ha varcato l’oceano: «Io voglio cantare la felicità. Anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista». Un’antologia di brani celebri e altri meno noti, riarrangiati ed eseguiti dal vivo dai tre musicisti, fa da colonna sonora al «racconto di un’esistenza guascona e testarda», in cui Mario Perrotta rievoca la figura di Domenico Modugno, tra i difficili esordi e il successo internazionale, cercando di restituire la profonda umanità e la sensibilità di uno dei padri della musica leggera, ambasciatore del’Italia nel mondo. 

Alla scoperta degli antichi miti – domenica 19 aprile alle 20.30 – con “Metamorfosi”, dal celebre poema di Ovidio, con la voce recitante di Nina Pons, in scena con i performers e musicisti Mugen Yahiro, Naomitsu Yahiro e Tokinari Yahiro, in uno spettacolo avvincente e ipnotico scandito dalle metriche incalzanti dei tamburi giapponesi dei Munedaiko, con adattamento e regia di Andrea Baracco (produzione Cardellino srl). “Le Metamorfosi” di Publio Ovidio Nasone offrono una «grandiosa rappresentazione del carattere instabile, precario e illusorio della realtà» – come sottolinea il regista Andrea Baracco – e l’idea stessa dell’umano «trova la sua essenza più profonda e specifica nell’ambiguo, nel non risolto, nell’ibrido, in definitiva nella complessità», in un vivido affresco della natura, senza (pre)giudizi, quindi al di là del bene e del male. Si parte da “L’Origine”, in cui si descrive il Caos primigenio e la nascita del cosmo, con la separazione tra cielo e terra e la comparsa degli esseri viventi, tra cui, per ultimo, l’Uomo, «“l’unico che ha lo sguardo rivolto al cielo e non alla terra». Nel mito di “Apollo e Dafne”, il dio invaghitosi della bella ninfa non si rassegna al rifiuto e la insegue, finché la raggiunge e la stringe, ormai mutata in alloro, in un abbraccio feroce, in una favola triste sulla potenza dell’eros che si traduce in distruttiva follia e violenza brutale. Infine la storia di “Fetonte”, che alla guida del carro del Sole, suo padre, si slancia nel cielo in una folle corsa, finché a causa della sua temerarietà e della sua giovanile irruenza, «precipita come una stella cadente e muore».

Tags: cedacsanluriTeatro Comunale "Akinu Congia"
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