Prescrizione per l’ex presidente della Regione e attuale parlamentare di Forza Italia, Ugo Cappellacci, e assoluzione per l’ex assessora regionale del Lavoro Alessandra Zedda.
Sono le richieste – come riportano L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna – formulate dai pm Emanuele Secci e Diana Lecca nel processo a Cagliari sulla presunta tangente da 80mila euro che la Procura ritiene sia stata incassata da Cappellacci.
Anche l’ultima contestazione rimasta in piedi, quella di peculato, deve essere dichiarata prescritta sia per l’ex governatore sardo che per gli altri imputati Tonio Tilocca e Roberto Bonanni.
A parlare per entrambi i magistrati – riporta L’Unione Sarda – è stato il pm Secci che, al termine della sua discussione, ha concluso sostenendo che il troppo tempo trascorso abbia fatto estinguere anche l’ipotesi di peculato, come in precedenza era già avvenuto per quella di corruzione.
A pagare la presunta tangente, che viene negata con forza dalle difese, sarebbe stato Flavio Mallus, l’amministratore della Fm Fabbricazioni Metalliche, che ha patteggiato 4 anni e mezzo di reclusione (anche per bancarotta).
A seguito della mazzetta, sempre secondo la ricostruzione dei due pm, l’imprenditore sarebbe stato salvato dal fallimento con 750mila euro di soldi pubblici riferiti al Fondo Ingenium. In un primo momento l’accusa riteneva che, per garantire l’accesso al finanziamento, si fossero interessati sia l’ex governatore che l’allora assessora all’industria.
Prossima udienza il 18 dicembre: quel giorno parleranno i difensori Guido Manca Bitti (Cappellacci e Tilocca) e Patrizio Rovelli (Bonanni) che contestano la tesi della Procura.
Concluderà l’avvocato Agostinangelo Marras, che assiste Alessandra Zedda.






















