L’incontro di oggi al Mimit ha certificato che non c’è alcun player disponibile a investire sulla Portovesme srl nel Sulcis, in primo luogo per il costo dell’energia e in secondo luogo per le dimensioni dell’azienda”.
Lo dice all’ANSA Emanuele Madeddu, segretario della Filctem-Cgil del Sulcis, al termine del vertice oggi al ministero sulla vertenza della Glencore.
“Di fatto abbiamo perso 10 mesi – tuona – a oggi c’è la solo conferma del progetto litio, che non ha una tempistica definita ed è soggetto all’iter autorizzativo da definire. L’unica buona notizia che è arrivata dal tavolo è che lo stabilimento di San Gavino continuerà a produrre per tutto il 2026”.
“Solo mesi e mesi di illusioni: nessun investitore che rilevi gli stabilimenti della Glencore e nemmeno la possibilità di avere un costo dell’energia calmierato come quello degli altri paesi europei.
Con questi presupposti si sta condannando il Sulcis alla mancata ripartenza industriale. Si sta mettendo una croce definitiva sulla produzione di zinco e piombo”. Così la segretaria generale della Uil Sardegna, Fulvia Murru e il segretario generale della Uiltec Sardegna Pierluigi Loi al termine dell’incontro al ministero sulla vertenza Glencore.
“Il ministro ha dichiarato che non ci sono compratori o investitori che si possono assumere l’onere della ripartenza della produzione industriale di zinco e piombo – evidenziano Murru e Loi – e inoltre ha precisato che queste aziende energivore di produzione primaria non possono avere sconti particolari sui costi dell’energia. Quelli appena trascorsi sono stati quindi dieci mesi di illusioni e di prese in giro”.
Uil Sardegna e Uiltec lanciano l’allarme: “In questa situazione sono a rischio i posti di lavoro della Sider Alloys e della Portovesme Srl che non può certo sperare in una ripresa produttiva con i 500-700 dipendenti che ci lavoravano prima dello stop agli impianti”.
Secondo il sindacato “bisogna partire da una visione comune – precisano Uil Sardegna e Uiltec – se non c’è un accordo tra istituzioni locali, regionali e nazionali anche tutti i futuri progetti del Sulcis rischiano di naufragare”.
























