Le braccia incrociate per formare una X perché una vita è stata cancellata.
Poi altre braccia in alto come simbolo di attesa e sotto, invece, di remissione.
Ai lati altre immagini simboliche: dell’eterno riposo e dell’arma che l’ha uccisa. Più un albero di vite per ricordare dove è stato trovato il suo corpo. Viene rappresentata così, in un altorilievo sulla spiaggia sassarese di Platamona, Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa l’11 settembre all’interno di un casolare nella tenuta Concaentosa tra Palau e Arzachena di proprietà dell’imprenditore 41enne Emanuele Ragnedda, reo confesso dell’omicidio. E’ l’ultima opera realizzata dall’artista sardo Nicola Urru che ha voluto ricordare l’ennesima vita spezzata a causa di un femminicidio.
























