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Ozieri, su il sipario sulla Stagione 2025-2026 al teatro Civico “Oriana Fallaci”

23 Settembre 2025
in Cultura
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Ozieri, su il sipario sulla Stagione 2025-2026 al teatro Civico “Oriana Fallaci”
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Viaggio nella storia del Novecento, tra la British Invasion e i primi calcolatori elettronici made in Italy, con avvincenti monologhi accanto a scoppiettanti commedie, intriganti coreografie e la magia del nouveau cirque per la Stagione di Prosa, Danza e Circo Contemporaneo 2025-2026 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Ozieri e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Sei titoli in cartellone da ottobre a gennaio con protagonisti del calibro di Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio, GianMarco Tognazzi, Antonio Cornacchione e artisti di punta della scena isolana e non solo come Daniele Monachella e Ignazio Chessa, oltre alle spettacolari performances della compagnia blucinQue diretta da Caterina Mochi Sismondi e di Oltrenotte di Lupa Maimone.

«Anche quest’anno l’amministrazione comunale ha voluto offrire un ampio ventaglio di eventi culturali che accontentino un po’ tutti, di certo non banale» – sottolinea il sindaco di Ozieri Marco Peralta –. «Si spazia dalla musica alla commedia ed alla prosa per soddisfare tutti i palati, nell’attesa che il teatro Oriana Fallaci sia ristrutturato dal febbraio 2026 con €700.000 ottenuti dall’amministrazione comunale grazie ai finanziamenti regionali della Giunta Solinas. Faremo in modo che il Teatro riapra i battenti al più presto con tante modifiche interne ed esterne che lo renderanno molto più moderno e confortevole rispetto all’attualità».

«Abbiamo deciso di incrementare il contributo destinato al Cedac, portandolo da 13.500 a 18.000 euro: un aumento che mancava da anni e che rappresenta un investimento concreto per la crescita culturale della nostra comunità» come ricorda Alfonso Pino, assessore alla Pubblica Istruzione, Cultura, Spettacolo e Sport del Comune di Ozieri –. «Grazie a questo impegno, la stagione teatrale potrà contare su un’offerta ancora più ricca e qualificata, in grado di spaziare tra generi diversi e di attrarre un pubblico sempre più ampio. In attesa che il Teatro Oriana Fallaci venga ristrutturato e restituito alla città in una veste moderna e funzionale, vogliamo garantire che il teatro continui ad essere un punto di riferimento culturale e sociale per Ozieri e per il territorio».

Una programmazione interessante e variegata che spazia da “Paul McCartney e i Beatles / Due Leggende” con GianMarco Tognazzi e il Trio Saverio Mercadante per uno speciale omaggio ai Fab Four tra racconti e canzoni a “D.E.O. ex Macchina” di e con Antonio Cornacchione, che porta in scena le sue “memorie di un impiegato” per ricostruire l’epopea di Adriano Olivetti e la creazione del primo Centro di Ricerca Elettronica negli Anni Cinquanta. S’intitola “Era l’allodola? Da un dubbio di… / comichetragichesilaranti conversazioni di un uomo innamorato” la pièce scritta, diretta e interpretata da Daniele Monachella, accanto a un istrionico Ignazio Chessa, incentrata tra i dubbi e le inquietudini di tal Guglielmo Scuotelapera, “al secolo” William Shakespeare in un dialogo con il suo analista, il Dottor Trìnculo, per «un irriverente gioco delle parti dove letteratura e amore descrivono la follia».

Vertiginose acrobazie e raffinate coreografie per “Coppelia / un ballet mécanique” di Caterina Mochi Sismondi per blucinQue, da “Coppélia” Léo Delibes, con rimandi al “Ballet Mécanique” di Fernand Léger, per una riflessione sul tema dell’identità e sul gioco delle maschere attraverso il fascino e il mistero di una donna capace di incarnare le molteplici sfaccettature della femminilità mentre “Adeus” di Oltrenotte, una creazione coreografica di e con Lupa Maimone, Vinka Delgado, Simona Ceccobelli, Ayelén Tejedor ed Elisa Zedda, racconta con ironia il paradossale desiderio di invecchiare, per infrangere e superare gli stereotipi sull’età, i cambiamenti del corpo e i segni del tempo.

Finale con brio con “Plaza Suite” di Neil Simon, con Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio nei ruoli dei protagonisti di un divertente gioco delle coppie, dove un albergo di lusso diventa teatro di incontri, litigi e tradimenti, confessioni, crisi domestiche e riconciliazioni: una commedia brillante in cui tra anniversari, amori clandestini e matrimoni il commediografo statunitense mette a nudo le fragilità e i desideri dei personaggi e tutta l’ipocrisia dell’alta società, quasi a ricordare che (non sempre) la ricchezza dà la felicità.

La Stagione di Prosa, Danza e Circo Contemporaneo 2025-2026 firmata CeDAC Sardegna offre un ventaglio di proposte che spaziano da pièces di successo come “Plaza Suite” a testi contemporanei come “Era l’allodola?” e “D.E.O. ex Macchina”, accanto alle note biografiche, tra ricordi e aneddoti, di “Paul McCartney e i Beatles / Due Leggende” sulla folgorante parabola dei quattro ragazzi di Liverpool che hanno rivoluzionato la musica e la cultura negli Anni Sessanta; dalla rilettura di un capolavoro della storia della danza come “Coppélia”, ispirato a un racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, dove compare la conturbante bambola meccanica, all’originale “Adeus” dove cinque donne sognano di invecchiare, in contrasto con i clichés sulla bellezza muliebre e il mito dell’eterna giovinezza. Un cartellone che spazia tra la prosa e il teatro di narrazione, la commedia e il memoir, la danza e il circo contemporaneo, tra echi shakespeariani e una favola nera, per rendere omaggio al genio imprenditoriale di un industriale visionario come Adriano Olivetti ed esplorare i labirinti della mente e del cuore umano.

IL CARTELLONE

Il sipario si apre – venerdì 24 ottobre alle 21 – su “Paul McCartney e I Beatles / Due leggende” con GianMarco Tognazzi (voce narrante) e il Trio Saverio Mercadante formato da Rocco Debernardis (clarinetto), Roberto Corlianò (pianoforte) e Francesco Tizianel (chitarra), con testi di Rosa Sanrocco e distribuzione a cura di Reggio / Iniziative Culturali Srl, per un ideale viaggio nelle atmosfere della Swinging London. Tra indimenticabili melodie, GianMarco Tognazzi dà voce a Paul McCartney, cantante e bassista nonché autore di alcuni dei maggiori successi della storica band, come “Yesterday” e “Michelle”, “Eleanor Rigby”, “Yellow Submarine”, “Penny Lane”, “She’s Leaving Home”, oltre a “Lady Madonna”, “Hey Jude”, “Get Back” e “Let It Be”. La straordinaria parabola dei Fab Four rivive sulla scena tra i ricordi del polistrumentista e compositore britannico, che dopo lo scioglimento del gruppo ha proseguito la sua carriera da solista e con i Wings, fino al Got Back Tour, con aneddoti curiosi come la notizia della sua presunta morte annunciata alla radio dal disk jockey Russell Gibb. Sul palco l’attore romano, raffinato e versatile interprete con all’attivo un’intensa carriera fra teatro, cinema e televisione, propone la versione di Paul McCartney sulla storia dei quattro ragazzi di Liverpool che con le loro canzoni hanno rivoluzionato la musica del Novecento: i Beatles, ai vertici della classifica de The 100 Greatest Artists of All Time stilata dalla rivista Rolling Stone, hanno influenzato la cultura, la moda e il costume ammaliando le platee e scatenando la British Invasion.

Riflettori puntati – giovedì 20 novembre alle 21 – su Antonio Cornacchione, che in “D.E.O. ex Macchina” racconta un’epoca in cui l’industria italiana era all’avanguardia in settori come l’informatica e la chimica, grazie a imprenditori illuminati come Adriano Olivetti. Un affresco del Belpaese negli Anni Cinquanta, in pieno boom economico, tra sogni e speranze di rinascita: “D.E.O. ex Macchina”, originale e coinvolgente monologo scritto e interpretato da Antonio Cornacchione, con la collaborazione ai testi di Massimo Cirri e scenografia e video-mapping a cura di Alessandro Nidi, per la regia di Giampiero Solari (produzione Amicor Sas) parla della nascita del Centro di Ricerca Elettronica a Barbaricina, vicino a Pisa, dove sotto la guida dell’ingegner Mario Tchou avrebbero visto la luce il calcolatore Elea 9001 e «il primo calcolatore da tavolo al mondo, la P101 chiamata affettuosamente Perottina dal nome del suo inventore Pier Giorgio Perotto». Volto noto del piccolo schermo, dalle apparizioni al Maurizio Costanzo Show a Zelig Off, Crozza Italia e Che tempo che fa, Antonio Cornacchione, già sceneggiatore di fumetti, dà prova di uno spiccato talento per la comicità e la satira allo Zelig di Milano, per approdare in tv e al cinema e finalmente in teatro, in “Tel chi el telùn” con Aldo, Giovanni e Giacomo e il “Circo di Paolo Rossi”, fino alle commedie “Ieri è un altro giorno” di Silvain Meyniac e Jean François Cros, e “Basta Poco”, e porta ora in scena le sue “memorie di un impiegato” in “D.E.O. ex Macchina”.

Viaggio nei labirinti della mente e del cuore – sabato 6 dicembre alle 21 – con “Era l’allodola? / Da un dubbio di… – comichetragichesilaranti conversazioni di un uomo innamorato”, uno spettacolo ideato, scritto, diretto e interpretato da Daniele Monachella, che divide la scena con Ignazio Chessa (produzione Mab Teatro). Una pièce scoppiettante incentrata su tal Guglielmo Scuotelapera, “al secolo” William Shakespeare e sulle sue surreali conversazioni con il suo analista, il Dottor Trìnculo (e il rimando a uno dei personaggi de “La Tempesta” è tutt’altro che casuale): “Era l’allodola?”, un titolo che riporta all’addio dei giovani innamorati in “Romeo e Giulietta”, quando il canto della “messaggera del mattino” segna la fine dell’idillio, dopo la prima e unica notte di nozze, prima dell’esilio. «Il tormentato e sedicente bardo attraversa un momento di crisi e porta in superficie uno degli interrogativi più ambigui del suo repertorio» – spiega Daniele Monachella, che attinge ai capolavori del grande drammaturgo per raccontare i turbamenti di uno spirito ardente, travolto dalla passione –. Tra intuizioni, divagazioni e riflessioni e echi shakespeariani, “Era l’allodola?” rappresenta «un irriverente gioco delle parti dove letteratura e amore descrivono la follia e, attraverso di essa… i sentimenti dell’essere umano e le sue contraddizioni, conducendo lo spettatore a ritmo serrato verso il terreno dell’assurdo, dell’illogicità, dei vizi e non ultimi i paradossi della società contemporanea».

Una moderna favola nera, tra sogno e realtà – sabato 13 dicembre alle 21 – con l’affascinante “Coppelia / Un ballet mécanique” con ideazione, coreografia e regia di Caterina Mochi Sismondi sulle musiche di Léo Delibes, rielaborate e eseguite dal vivo da Beatrice Zanin con “interferenze” di elettronica e violoncello, con disegno luci di Massimo Vesco (produzione Centro Nazionale di Produzione blucinQue Nice, in collaborazione con Fondazione Cirko Vertigo). Arti circensi e danza s’intrecciano nello spettacolo ispirato a “Coppélia, ou La fille aux yeux d’émail” (Coppélia, o La ragazza dagli occhi di smalto), il celebre balletto tratto da “Der Sandmann” (L’uomo della sabbia), un racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann in cui appare una splendida bambola, una creatura artificiale capace di sedurre gli uomini, pericolosa e “innocente” femme fatale. Sul palco Elisa Mutto, Michelangelo Merlanti, Vladimir Ježić, Carlos Rodrigo Parra Zavala, Simone Menichini, Jonnathan Lemos Rigging e Michelangelo Merlanti interpretano i protagonisti di un visionario racconto per quadri dove Caterina Mochi Sismondi affronta «il tema dell’identità», celata dietro «la maschera che ciascuno di noi indossa» e traccia il ritratto sfaccettato di «una donna vista nella sua fragilità, ma anche nella sua forza, grazie ai differenti ruoli che è in grado di rivestire». Nella sua “Coppelia”, la coreografa trae spunto anche dal “Ballet Mécanique” di Fernand Léger, un’opera del primo cinema cubista su musiche di George Antheil, per costruire una rigorosa partitura di corpi e oggetti in movimento, in chiave onirica e poetica.

Una storia surreale – venerdì 9 gennaio alle 21 – con “Adeus”, una creazione di e con Simona Ceccobelli, Vinka Delgado, Lupa Maimone, Ayelen Tejedor ed Elisa Zedda, con la collaborazione artistica di Florent Bergal, disegno luci di Riccardo Serra (produzione Oltrenotte, in collaborazione con La Vispera, in co-produzione con Antic Teatre Barcelona). Una pièce di danza contemporanea per un’indagine sull’immaginario femminile: cinque giovani donne si confrontano con l’idea della vecchiaia, si lasciano ammaliare dal carisma e dalla libertà di chi non teme più il giudizio altrui, mettendo in discussione gli stereotipi culturali e i canoni estetici, la paura del trascorrere del tempo e il mito dell’eterna giovinezza. “Adeus” è un’opera multidisciplinare, uno «spettacolo coreografico di equilibrismi, contorsionismi e musica dal vivo» in cui si intrecciano danza e teatro, con una cifra visionaria che supera i sottili confini tra realtà e sogno e propone il “paradosso” di una bellezza fuori dagli schemi, dove personalità e temperamento, intelligenza e talento costituiscono gli ingredienti per vivere secondo le proprie inclinazioni e i propri desideri. In un emozionante e sorprendente racconto per quadri le protagoniste “giocano” a sovvertire i parametri, a proiettarsi in un ipotetico futuro o assomigliare alle proprie antenate, dissimulando la loro età per immergersi insieme agli spettatori in una dimensione fantastica, dove tutto può accadere e tutto muta, in un susseguirsi di scene comiche e perturbanti, tra ironia e meraviglia.

Un vivido affresco di varia umanità – venerdì 23 gennaio alle 21 – con “Plaza Suite”, fortunata commedia di Neil Simon, nella tradizione italiana di Roberta Conti, con Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio, e con Gianluca Delle Fontane, Andrea Bezzi e Giulia Galizia, con scenografia di Andrea Bianchi e costumi di Sonia Cammarata, per la regia di Ennio Coltorti (produzione Skyline Productions, in collaborazione con Savà / Produzioni Creative e La Contrada / Teatro Stabile di Trieste). Una pièce brillante ambientata in un lussuoso appartamento in un grande albergo, dove si avvicendano ricchi clienti che si mettono a nudo rivelando le proprie fragilità e le proprie inquietudini, in uno spaccato della società: tre coppie più o meno affiatate discutono i loro problemi, tra crisi e tradimenti, litigi e riconciliazioni. L’elegante cornice sembra quasi accentuare le dissonanze e le note caratteriali, l’imprevedibilità dell’esistenza e l’irrequietezza dell’animo umano: intorno alla moglie di un importante e impegnatissimo imprenditore, che sceglie la suite per l’anniversario delle nozze, a due amanti clandestini e a due genitori preoccupati per l’imminente matrimonio della figlia, si aggirano camerieri e segretarie. Tra incomprensioni, equivoci e rivelazioni, Neil Simon mette in evidenza, con pungente umorismo, lasciando affiorare i pensieri e le emozioni accuratamente celati, la complessità della natura umana e la necessità di salvare le apparenze, la forza delle passioni e l’ipocrisia della società.

Tags: cedaccedac ozieriozieriTeatro Civico "Oriana Fallaci"
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