Intervista a Giampaolo Masu, portavoce del Comitato Civico per la Tutela Ambientale e della Salute di Sarroch. Classe 58′, ex sottufficiale dell’arma in quiescenza. Ex comandante della compagnia Barracellare di Sarroch.
D. Masu, partiamo dall’attualità: il Comune ha diffuso un comunicato per difendere il funzionamento delle centraline e accusare chi solleva dubbi di fare disinformazione. Cosa risponde?
Il problema non è la tecnologia ma la mancata trasparenza: dati caricati in ritardo, mai spiegati nei momenti critici e accessi civici ignorati da giugno. La centralina comunale, nata come laboratorio mobile, in 16 anni ha percorso appena 1.100 km: di fatto è rimasta ferma, un progetto fallito che non garantisce ai cittadini uno screening totale del paese.
D. Il Comune sostiene che la centralina mobile comunale sia un presidio indipendente, gestito da Project Automation.
R. Questo è fuorviante: Project Automation è lo stesso gestore delle centraline ARPAS. Parlare di indipendenza è un gioco di parole: in realtà non esiste nessun controllo incrociato. I cittadini pagano due volte per un servizio che dovrebbe garantire chiarezza, e invece resta opaco.
D. Avete denunciato anche la riunione “segreta” della Commissione ambientale con un delegato Saras. Perché?
R. Perché una Commissione ambientale comunale non può riunirsi con l’industria più impattante del territorio senza avvisare la cittadinanza e senza pubblicare un verbale. La legge impone pubblicità e partecipazione. Qui invece si è scelto il contrario: porte chiuse e segretezza.
D. Una delle vostre denunce riguarda le torce della notte tra il 31 agosto e il 1° settembre. Cosa è successo?
R. Le torce si accendono in determinate condizioni: è un meccanismo di sicurezza, ma comporta inevitabilmente l’immissione in atmosfera di sostanze inquinanti. Quella notte l’aria era irrespirabile e le fiamme erano visibili a chilometri di distanza, indi per cui abbiamo chiesto chiarimenti immediati. Dal Comune nessuna risposta, ma oggi il MASE ci ha comunicato ufficialmente che Saras ha ammesso due cose molto gravi: che era in corso una fermata straordinaria degli impianti e che il 1° settembre c’è stato il superamento della portata massima giornaliera di gas in torcia Impianti Sud. Il punto decisivo è che il MASE ha intimato a Saras di consegnare questi documenti e renderli accessibili al Comitato: non possono restare nascosti. Per quale motivo nessuno ha comunicato alla popolazione quel superamento della soglia massima di gas (veleni) emessi in atmosfera il 1° settembre?
D. L’assessore all’Ambiente, Luca Tolu, vi accusa di alimentare polemiche e addirittura di pubblicare “informazioni distorte, che rischiano di alimentare disinformazione e confusione tra i cittadini”
R. Un assessore all’Ambiente dovrebbe occuparsi di salute pubblica, non di mandare messaggi privati su WhatsApp per attaccare chi chiede trasparenza. La vera macchina del fango è il silenzio istituzionale che nasconde dati, ritarda risposte e non informa i cittadini.
D. Il Comune sostiene che le vostre denunce danneggiano l’immagine di Sarroch. Cosa risponde?
R. L’immagine del Comune non la rovinano i cittadini che chiedono trasparenza, ma gli assessori all’Ambiente che negli anni si sono dimostrati impreparati e succubi della raffineria.
D. Può fare degli esempi concreti?
R. Certo. Nel 2017 l’allora assessora Manuela Melis, intervistata dalle Iene, appariva totalmente impreparata su temi ambientali, incapace persino di rispondere a domande elementari e ignorando che non fosse impostato il numero per le emergenze nella centralina mobile. Nel 2019 Alessandra Sanna dichiarava che “la centralina mobile deve restare ferma, perché è fragile”: ce ne rendiamo conto? Un autocarro, studiato proprio per i rilevamenti mobili, deve restare ferma? In 16 anni la centralina mobile ha percorso appena 1.100 km, trasformando un progetto (€300.000) nato per proteggere i cittadini in un fallimento. E sotto la sua guida non è mai stata fatta un’esercitazione del Piano di Emergenza Esterno, nonostante avesse garantito pubblicamente che si sarebbe tenuta. Infine, dal 2021 l’assessore Luca Tolu, qualche settimana fa, filosofeggiando su Facebook se la prendeva con gli “avvelenatori di pozzi”, riferendosi al decadimento culturale dei giornalisti. Dimenticando che i “pozzi”, a Sarroch sono davvero inquinanti, almeno secondo la Procura.
D. Quindi chi danneggia davvero l’immagine di Sarroch?
R. Non chi pretende chiarezza, ma chi occupa ruoli chiave senza competenza e senza autonomia dall’industria. Sono questi assessori che hanno dato un volto di improvvisazione e sudditanza al Comune.Sarroch merita amministratori seri, non improvvisazioni e filosofia.
D. E sull’assessore all’Ambiente Luca Tolu, che in queste settimane è stato al centro delle vostre critiche?
R. Come abbiamo già dichiarato pubblicamente, riteniamo l’assessore Tolu completamente inadeguato al suo ruolo. Invece di occuparsi di salute e ambiente, si dedica alla filosofia e a mandare messaggini privati. Ma soprattutto non ha mai informato la popolazione di un fatto gravissimo: la Saras/Sarlux il 27 agosto è stata rinviata a giudizio per disastro ambientale, con reati presuntamente consumati anche durante il suo mandato. Stiamo preparando la richiesta formale per le sue dimissioni: Sarroch merita un assessore che rappresenti davvero i cittadini, non succube della raffineria.
D. Nell’articolo uscito in questi giorni il sindaco Angelo Dessì ha dichiarato di “non entrare nel merito delle risposte dell’Ufficio tecnico, che opera in totale autonomia”. Come interpreta questa affermazione?
R. È una dichiarazione gravissima. Il sindaco è Autorità sanitaria locale e ha il dovere di esercitare un controllo politico e tecnico sugli uffici, soprattutto quando si tratta di ambiente e salute pubblica. Dire che l’ufficio tecnico agisce in totale autonomia equivale ad ammettere di non avere alcun controllo su decisioni che incidono sulla vita dei cittadini. Significa rinunciare al proprio ruolo istituzionale e lasciare campo libero a scelte tecniche senza indirizzo politico. È l’esatto contrario di ciò che dovrebbe fare un sindaco responsabile.
D. Quali saranno i vostri prossimi passi?
R. Ieri abbiamo presentato un accesso civico formale per ottenere il verbale della suddetta Commissione e abbiamo inviato una diffida al Comune di Sarroch, inoltrata anche agli enti regionali e al Ministero. Se continueranno a chiudersi nel fortino, saremo costretti a segnalare all’ANAC, al Prefetto e notiziare l’Autorità Giudiziaria. Non possiamo permettere che salute e ambiente vengano sacrificati alla propaganda.
D. Un messaggio finale ai cittadini di Sarroch?
R. “L’aria che sto respirando ogni giorno, la respiri anche tu che leggi.” Chiedere trasparenza non è una colpa, è un diritto. La salute appartiene a tutti, e tutti dobbiamo difenderla. Il nostro Comitato è a favore del lavoro e dell’industria, ma con un principio chiaro: chi produce deve rispettare le leggi come ogni cittadino. Ed è compito del Comune vigilare, controllare e, se necessario, contestare, perché il primo dovere di un’amministrazione è tutelare la salute e la sicurezza della propria comunità. Chissà se il Comune si costituirà parte civile.























