Non si placa la polemica legata all’arrivo in Gallura di turisti provenienti da Israele che hanno scelto di prenotare all’interno di un resort a Santa Teresa Gallura.
Al coro di proteste, che sono sfociate anche con l’imbrattamento con della vernice rossa della roccia “Costa Smeralda” sulla strada provinciale 94 che collega Olbia con Porto Cervo, si sono aggiunti gli attivisti di “Noi di Lungoni per la Palestina”, che denunciano “con decisione la presenza, da oltre due settimane di decine di persone che non possono essere presentate come ‘semplici turisti'”
Stando a quanto affermano in un comunicato stampa, si tratterebbe di dipendenti di una compagnia israeliane di tlc.
“Parliamo di personale di un’azienda esplicitamente coinvolta nel mantenimento e nello sviluppo dell’occupazione israeliana nei territori palestinesi occupati – prosegue la nota – come denunciato da Ong indipendenti e dalla stessa banca dati Onu sulle imprese complici del sistema coloniale”.
Il movimento ha organizzato per sabato 13 settembre alle 18 nella località Santa Reparata un corteo solidale per la Global Sumud Flotilla e in sostegno al popolo palestinese.
Sulla vicenda si è espresso ieri anche il ministro Piantedosi rispondendo al question time sulle interrogazioni di Pd e M5S.
“Nel caso relativo al soggiorno di cittadini israeliani in vacanza nelle Marche sono stati pertanto disposti, lo scorso anno, servizi di prevenzione durante le visite e le uscite nelle località circostanti a quelle del soggiorno. Tali servizi – ha affermato il ministro – vengono abitualmente decisi e svolti a livello territoriale ogni qualvolta vi sia notizia di presenze di comitive culturali, turistiche o gruppi sportivi, che possano essere considerati esposti ad atti di intolleranza, come avvenuto anche di recente in Sardegna”, scrive l’Ansa.

























