Anche la Lega rompe il silenzio sul caso di Aldo Scardella, il giovane tragicamente scomparso all’interno del carcere di Buoncammino, dopo essere stato detenuto in isolamento per 185 giorni in seguito a un’accusa di omicidio rivelatasi infondata. Una vicenda che ha amareggiato profondamente la famiglia e scosso l’Italia intera, e che oggi torna tristemente al centro dell’attenzione per la sconcertante sparizione dei fascicoli giudiziari presso il Tribunale di Cagliari.
“Aldo era solo un ragazzo, un ragazzo come tanti, accusato ingiustamente e spinto a un gesto estremo, un gesto di non ritorno – dichiara l’on. Dario Giagoni, deputato sardo della Lega e firmatario dell’interrogazione parlamentare presentata in queste ore – Aldo Scardella è morto. E con lui è morto tutto ciò che lo teneva in vita: la dignità, la fiducia, l’amore, la speranza. Ma non la verità. Quella, anzi, da quel giorno ha iniziato a urlare più forte. Una verità che da anni viene ricercata da Cristiano Scardella, fratello minore di Aldo, divenuto simbolo e voce di una battaglia civile che pretende giustizia e chiarezza. Proprio lui chiede oggi, legittimamente, di sapere che fine abbiano fatto i faldoni scomparsi, documenti chiave per ricostruire ogni passaggio della controversa vicenda. Il Ministro Nordio, in un primo momento, aveva dato rassicurazioni circa l’avvio delle ricerche e la possibilità di valutare ulteriori interventi.
Ma da allora – prosegue Giagoni – ancora non abbiamo ottenuto risposte. Ritengo che questa famiglia sia stata sin troppo spesso circondata da silenzi che pesano come macigni sull’animo. Ritengo che mezze verità abbiano già abbondantemente rovinato la quiete, la serenità e la salute di una famiglia onesta e umile.” Nel testo dell’interrogazione, depositata alla Camera dei Deputati, Giagoni chiede ufficialmente al Ministro della Giustizia se vi siano sviluppi concreti sulle indagini relative alla scomparsa dei fascicoli e quali siano le eventuali responsabilità legate a tale grave mancanza.
“Questa battaglia non ha colori politici: ha il volto di un ragazzo innocente, ha il dolore di un fratello tenace, ha il sapore amaro dell’ingiustizia e il bisogno disperato di verità. È una questione di giustizia, di dignità, di Stato. Perché così, ad oggi, Aldo è morto due volte”. La Lega, con questa iniziativa, si unisce alle tante voci che chiedono che il caso non venga archiviato nel dimenticatoio istituzionale.
























