“Ci sentiamo traditi dalle istituzioni, abbiamo subito una truffa ma contiamo prima o poi di ottenere giustizia”.
Marcella Corda racconta all’ANSA la tortuosa vicenda giudiziaria che sta affrontando da 15 anni dopo aver scoperto che la casa che aveva acquistato nel 2002 a Medau Su Cramu, a Molentargius, era abusiva.
Per martedì 9 è fissata l’ordinanza di sgombero e demolizione della casa, che nel frattempo è stata venduta all’asta – ma è sempre occupata dalla famiglia di Marcella Corda – dopo il pignoramento.
“Dopo aver visto l’annuncio della casa in vendita abbiamo seguito tutte le procedure per l’acquisto e chiesto un mutuo alla banca – racconta Corda -. Un consulente tecnico ha accertato che era tutto a posto, il notaio ha fatto svolgere le sue perizie e anche la banca con un altro perito, tutto a nostre spese. Dopo l’acquisto presentiamo domanda al Comune di Cagliari per iniziare i lavori di ristrutturazione. Nell’ottobre 2002 prendiamo possesso dell’abitazione. Per vari motivi poi abbiamo deciso di vendere e di ritornare a vivere in città, anche perché ho un figlio disabile – prosegue Corda -. Abbiamo incaricato un’agenzia immobiliare che, dopo tutti i rilievi e controlli ci comunica che la casa è abusiva e non si può vendere. Ma quando l’abbiamo comprata nessuno aveva accertato le irregolarità, compreso il notaio”.
Da qui inizia un’odissea non ancora conclusa. “Ci siamo rivolti alla banca Barclays e ci eravamo messi d’accordo con i venditori per procedere alla nullità dell’atto. Ognuno si sarebbe ripreso i soldi e poi chiaramente c’erano i danni perché la casa l’avevamo pagata un tot, più tutte le spese e la ristrutturazione che da sola mi era costata molto più della casa. Ma un giorno, nell’estate 2013, arriva l’ufficiale giudiziario e dice c’è un pignoramento sulla casa. Ho pensato a uno scherzo. Ci siamo rivolti a vari avvocati, abbiamo chiesto la nullità dell’atto, perché un bene non commerciabile non è neanche un bene mutuabile per cui non è neanche un bene vendibile. Nel 2016 il giudice facendo delle verifiche scopre che c’erano già state due ordinanze di demolizione, una nel 1983 e un’altra nell’85 perché il vecchio proprietario alla prima ordinanza di demolizione anziché buttare giù, ha continuato a costruire”.
La casa è quindi passata al Comune di Cagliari e poi messa all’asta. “Noi dovevamo dare ancora 27mila euro alla banca ma in realtà dopo che era stato appurato che era abusiva noi stavamo aspettando che la banca ci restituisse tutti i soldi. Tra l’altro non poteva essere messa all’asta perché è abusiva. Il 23 aprile la casa viene aggiudicata per 38mila euro. Nonostante i giorni di festa il 5 maggio era già stato fatto il trasferimento di proprietà. Tutte cose molto strane. Poi arriva finalmente la sentenza, che aspettavamo da nove anni, che praticamente ha stabilito che era corretto quanto noi sostenevamo ma la banca comunque doveva avere i soldi. Ho presentato un esposto al Csm contro la giudice e ho sporto anche querela perché non sono stati fatti i controlli dell’antiriciclaggio per chi si è aggiudicato la casa all’asta. Non è pensabile che una persona compri una casa sapendo che è completamente abusiva e che sono pendenti delle ordinanze di demolizione. È tutto molto strano.
In questa vicenda ho avuto molte resistenze”. E adesso? “Gli avvocati dicono che noi l’appello lo vinciamo.
E quindi speriamo di recuperare i soldi. Siamo stati truffati, purtroppo soprattutto dalle istituzioni”, conclude Marcella Corda, scrive l’Ansa.
























