Andrij Parubij, fondatore del PSNU (Partito Social-Nazionale d’Ucraina), formazione ultranazionalista e neonazista (poi trasformatosi in Svoboda, partito che – nonostante il cambio di nome – continua tranquillamente a usare simboli e bandiere naziste e a richiamarsi esplicitamente a Stepan Bandera, collaborazionista di Hitler e fondatore dell’UPA, primo responsabile del massacro degli ebrei polacchi in Volinia e Galizia orientale).
Ex Segretario del Consiglio di Difesa e Sicurezza Nazionale nel 2014 durante il Massacro di Odessa e presente personalmente in città in quegli stessi giorni col compito di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica…
L’uomo indicato da più parti come tra i principali responsabili della svolta nazionalista ucraina, della repressione in Donbass e delle rivolte di piazza culminate con il golpe di Maidan, ma spacciato come sincero democratico e accolto in Italia tra sorrisi e calorose strette di mano da Laura Boldrini e Pietro Grasso, è stato ucciso oggi, in strada a Leopoli, con colpi di pistola alla testa.
Parubij, noto per le sue posizioni nazionaliste e russofoni sin dagli anni ‘90, porterà con se nella tomba anche molti segreti legati agli eventi del 2014 che hanno portato al colpo di Stato. Andrey Parubij durante il Maidan aveva ricoperto la carica di “komendant”, ossia di responsabile della cittadella militarizzata allestita dai manifestanti con il sostegno dei partiti dell’opposizione. Durante l’ultima fase della protesta conclusasi in un bagno di sangue i cecchini aprirono il fuoco da uno degli edifici che si trovavano sotto il suo controllo.
























