La bandiera con la stella di David non sventolerà nello stand alla Fiera del Levante di Bari.
È quanto deciso dall’Ente fieristico che così si allinea non solo alla decisione presa dalla Regione Puglia nello scorso maggio di interrompere ogni tipo di relazione con rappresentanti istituzionali di Tel Aviv a causa del “genocidio in corso nella Striscia di Gaza”, ma anche a quanto votato dal Consiglio comunale barese che con un ordine del giorno ha definito “non gradita” la presenza israeliana. Nella campionaria del capoluogo che ha consegnato lo scorso 4 agosto le chiavi della città a Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi sanzionata dagli Stati Uniti perché accusata di promuovere una campagna politica ed economica contro Usa e Israele, non ci sarà spazio per uno stand nella galleria delle Nazioni, tradizionale melting pot fieristico. Ad annunciarlo è stata la Nuova Fiera del Levante spiegando di aver “accettato l’invito formale del sindaco di Bari, Vito Leccese, di non far partecipare Israele alle attività fieristiche, istituzionali ed economiche”.
Il riferimento è a una pec con cui Palazzo di città specificava di ritenere “non gradita la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele o di suoi rappresentanti fino a quando non porrà fine all’intervento militare nella Striscia di Gaza e alla sistematica violazione di diritti umani della popolazione civile”. Da qui la decisione dell’ente fieristico di prendere le distanze “dalle atrocità del genocidio in corso contro il popolo palestinese” e di promuovere l’iniziativa per conferire il premio Nobel per la pace 2025 ai bambini di Gaza avanzata dalla fondazione ‘L’isola che non c’è’.






















