Da tre iniziative internazionali volte a rompere l’assedio israeliano sulla Striscia di Gaza, è nata la Global Sumud Flotilla (Gsf), “la prima mobilitazione attraverso decine di barche civili che punteranno a sbarcare a Gaza aiuti umanitari, medicinali e giocattoli”. Ne parla con l’agenzia Dire Cecilia Canazza, portavoce dell’iniziativa in Italia. “Finora hanno aderito persone da 44 Paesi. Ancora non sappiamo quante barche partiranno esattamente, ma gli equipaggi saranno misti. L’enorme sostegno ci sta inoltre permettendo di acquistare decine di imbarcazioni civili”.
La Gsf ha ottenuto l’appoggio di diverse personalità tra cui l’attrice premio Oscar statunitense Susan Sarandon e del collega irlandese Liam Cunningham – volto della serie tv Games of Thrones – oppure Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote del leader sudafricano anti-apartheid Nelson Mandela, la content creator romena Nicole Jenes e l’eurodeputata della France Insoumise Emma Forreau. Proprio ieri, è entrata nel direttivo anche l’attivista di Fridays for future Greta Thunberg, che sui social ha annunciato: “Stiamo per partire di nuovo”. Thunberg si è già imbarcata sulla Madleen, la missione della Flotilla salpata a giugno, e poi fermata dall’esercito israeliano.
Riprende la portavoce: “Il nostro obiettivo non è solo porre fine all’assedio su Gaza, che l’entità sionista impone sulla popolazione dal 2006, ma anche dimostrare ai nostri governi che dai cittadini c’è una richiesta vastissima di intervenire affinché Israele ponga fine al genocidio e all’affamamento di Gaza, che non sarebbero possibili senza la complicità di Stati Uniti ed Unione europea” ribadisce l’attivista. La coalizione di imbarcazioni civili salperà verso Gaza in due momenti distinti: il 31 agosto da Barcellona e il 4 settembre da Tunisi. L’idea, è ritrovarsi contemporaneamente davanti alle acque della Striscia, controllate militarmente da Israele, dove nessuno può approdare senza autorizzazione mentre ai cittadini residenti non è permesso pescare e di recente è stato persino vietato entrare in acqua per lavarsi, in assenza di acqua corrente.
Diversi hanno già provato l’impresa: la Global Flotilla coalition ha inviato da giugno tre imbarcazioni – Conscience, Madleen e Handala – che però sono state immancabilmente bloccate, anche con attacchi con droni, e l’equipaggio arrestato dalle autorità israeliane. La Handala, come hanno denunciato gli attivisti, avrebbe subìto anche due tentativi di sabotaggio al momento della partenza. Contemporaneamente, a giugno sono partite due marce terrestri: la Sumud, da Tunisi, e la Global March to Gaza, per convergere al Cairo e raggiungere il valico di Rafah attraverso la penisola del Sinai egiziano. In quel caso sono state le autorità egiziane a fermare le migliaia di attivisti internazionali, con arresti, detenzioni e rimpatri. “E’ da queste tre realtà che ha preso il nome la Global Sumu Flotilla” chiarisce Canazza.
“La Freedom Flotilla Coalition- prosegue la portavoce per l’Italia- finora ha fatto un lavoro meraviglioso, ma questa è la prima volta che così tante imbarcazioni convergeranno verso Gaza”. Oltre alla campagna di advocacy, con l’appello ad altre personalità del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo a dare “ancora più risonanza all’iniziativa umanitaria”, le delegazioni sono al lavoro per selezionare i membri dell’equipaggio più adatte “ad affrontare l’eventuale abbordaggio e arresto” delle autorità israeliane. La missione civile e nonviolenta mira a consegnare aiuti, tengono a sottolineare gli organizzatori. Ma il pensiero corre alla missione della Freedom Flotilla del 2010, che si conclusione con l’uccisione di nove membri dell’equipaggio.
























