A Gaza la morte di 100 bambini per fame, stando al ministero della Salute di Gaza, da ottobre 2023, è un traguardo devastante che dovrebbe far vergognare il mondo e richiede un’azione urgente e attesa da tempo, afferma Save the Children in un comunicato.
Dichiara Ahmad Alhendawi, direttore di Save the Children per il Medio Oriente, il Nord Africa e l’Europa orientale: “Che tipo di mondo abbiamo costruito per permettere che almeno 100 bambini muoiano di fame mentre cibo, acqua e forniture mediche attendono a pochi chilometri di distanza, al valico di frontiera? I bambini di Gaza- continua Alhendawi- vengono fatti morire di fame intenzionalmente dalle autorità israeliane. Si tratta di una tragedia del tutto prevedibile ed evitabile, contro la quale le organizzazioni umanitarie mettono in guardia da mesi. Sapevamo che sarebbe successo; nessuno può dire di non saperlo. Poiché il Ministero della Salute è in grado di fornire solo i dati relativi a ciò che resta delle strutture sanitarie di Gaza, sappiamo che queste cifre sono solo la punta dell’iceberg: chissà quante altre giovani vite sono state inutilmente distrutte. Sappiamo anche che, per i bambini, condizioni come la malnutrizione possono causare problemi permanenti come ritardi nella crescita e indebolimento del sistema immunitario”.
Gli effetti della malnutrizione, ricorda ancora il direttore regionale, “possono estendersi per generazioni, con ripercussioni sui più piccoli che rendono più difficile l’apprendimento e lo sviluppo, creando un ciclo di povertà per l’intera popolazione. Anche coloro che sopravvivono potrebbero essere condannati a una vita di sofferenza, a meno che il governo israeliano non consenta urgentemente l’accesso completo, immediato e senza restrizioni a cibo, acqua potabile, forniture mediche e personale sanitario”.
Prosegue Alhendawi di Save the Children: “Mentre queste cifre continuano a salire, non dobbiamo perdere di vista il fatto che non si tratta solo di numeri, ma di giovani vite piene di potenziale. Altrove, questi bambini avrebbero potuto crescere sani, con un tetto sopra la testa, una famiglia che si prendesse cura di loro, un’istruzione e delle opportunità per il futuro. Ma a Gaza, quasi due anni di guerra e il blocco degli aiuti umanitari hanno condannato i bambini a morte, sofferenze e a un futuro devastato, tutte ciò sarebbe stato evitabile”.
Alhendawi aggiunge: “Tutte le prove disponibili indicano che il governo israeliano sta usando la fame come metodo di guerra, un crimine di guerra secondo il diritto internazionale. Le autorità israeliane hanno l’obbligo di fornire aiuti e proteggere i civili, e la comunità internazionale ha l’obbligo di garantire e far rispettare il diritto internazionale in modo uniforme. Questa negligenza dei doveri ricade su tutti noi. È una cicatrice sulla nostra comune umanità e fa vergognare il mondo”.
Save the Children opera a Gaza da decenni. Gestisce due centri di assistenza sanitaria di base, fornendo servizi essenziali a bambini, madri e famiglie, tra cui screening e trattamento della malnutrizione, e aree dedicate alle madri e ai bambini con supporto per l’alimentazione dei neonati e dei bambini piccoli e la gestione comunitaria della malnutrizione acuta. L’Organizzazione è pronta ad aumentare gli aiuti salvavita insieme ai partner.
I team forniscono acqua, gestiscono spazi a misura di bambino e aree dedicate alle madri e ai neonati dove le donne incinte e che allattano possono ricevere sostegno in materia di nutrizione, alimentazione infantile e assistenza psicosociale. Ha allestito centri di apprendimento temporanei per aiutare i bambini a continuare il loro percorso d’istruzione. Dispone di camion in attesa di raggiungere il confine una volta ottenuta l’approvazione, carichi di prodotti salvavita pronti per essere consegnati, tra cui quelli nutrizionali e di cura per madri e neonati, forniture mediche, tende e teloni, scrive l’agenzia Dire all’indirizzo www.dire.it.
























