L’Emilia-Romagna apre le porte delle Cra (Case di residenza per anziani) e delle strutture per disabili a cani e gatti di compagnia. La Giunta de Pascale ha approvato infatti una delibera che disciplina appunto “l’accesso di animali d’affezione di proprietà nelle strutture e servizi residenziali e semi-residenziali per anziani e disabili”. Ogni struttura dovrà quindi recepire con proprio regolamento interno le disposizioni della Regione, prevedendo diverse modalità di accesso dei pet nelle aree esterne, negli spazi comuni all’interno della struttura e anche nei reparti di degenza (le camere restano off limits, se non in casi eccezionali). All’interno delle strutture sono ammessi solo cani e gatti, precisa la Regione.
Per l’accesso con l’animale va fatta richiesta scritta alla direzione o al coordinatore della struttura. Inoltre occorre avere l’iscrizione all’anagrafe degli animali d’affezione, l’assicurazione civile per danni contro terzi e il libretto sanitario aggiornato con vaccinazioni e trattamenti contro i parassiti. I cani devono essere portati con guinzaglio e museruola, che può essere tolta durante l’incontro con l’ospite. Per i gatti vale la stessa cosa col trasportino. Eventuali deiezioni vanno raccolte e pulite. La responsabilità dell’animale resta in capo ai padroni, che devono essere in grado di gestirlo. La struttura comunque deve prevedere protocolli di igiene e pulizia straordinaria dopo ogni visita. Questa disciplina rientra nelle nuove ‘Linee operative per la gestione integrata del binomio persona-animale da compagnia’, approvate dalla Giunta de Pascale e redatte da un gruppo tecnico interdisciplinare creato ad hoc in Regione nel maggio 2025.
Nella delibera, si ricorda come “numerosi studi confermano che gli animali contribuiscono attivamente al benessere psicofisico delle persone, esercitando un effetto positivo sui rispettivi padroni”. La relazione con un animale da compagnia, però, “può andare incontro ad alcune criticità”, anche per il “carico assistenziale” che deriva dal prendersi cura di lui. Inoltre, secondo la Regione occorre “porre attenzione alla tutela degli animali che vivono con soggetti o famiglie in condizioni di fragilità e vulnerabilità, in quanto maggiormente esposti a condizioni di mancato benessere, se non maltrattamento vero e proprio”. Queste situazioni, si afferma, devono essere attenzionate e monitorate.
Secondo la Regione, si rende quindi “necessario garantire e sostenere la permanenza e il mantenimento degli animali da compagnia nel nucleo familiare, in quanto i pet forniscono affetto e protezione e formano legami unici con i proprietari, i quali, specie in condizioni di vulnerabilità o fragilità traggono benefici non solo per l’umore, ma anche per la salute“. Per anziani e disabili, in particolare, si prevede appunto di aprire le porte delle strutture residenziali. Per le persone con tossicodipendenza, si promuove il mantenimento del legame con il proprio pet (anche durante un eventuale ricovero) per facilitare la riabilitazione. Per famiglie problematiche o maltrattanti, invece, l’atto della Regione punta sulla prevenzione di maltrattamenti o sofferenze inflitte agli animali. L’obiettivo complessivo è “garantire la presa in carico integrata del binomio persona-animale, al fine attivare con efficacia interventi a supporto di ogni situazione di difficoltà”. Gli enti locali saranno chiamati a definire protocolli di intervento nei singoli territori, scrive l’agenzia Dire all’indirizzo www.dire.it.






















