In Serbia sono proseguiti anche nella serata di oggi raduni, cortei e blocchi stradali ad opera del movimento degli studenti in agitazione, che chiedendo elezioni anticipate e il rilascio dei loro colleghi arrestati negli scontri con la polizia seguiti alla grande manifestazione antigovernativa del 28 giugno scorso a Belgrado.
Blocchi di importanti strade di grande scorrimento e incroci nevralgici – con cassonetti della spazzatura, fioriere, biciclette e altro materiale improvvisato – si registrano a Belgrado, Novi Sad, Kragujevac, Vranje, Novi Pazar, Raska.
Quando la polizia interviene i dimostranti si spostano rapidamente in altre zone ripetendo le azioni di blocco.
Notevoli i disagi alla circolazione e al trasporto pubblico, con numerose linee di autobus e tram sospese o deviate.
Il presidente Aleksandar Vucic – che contesta con forza le accuse di dura repressione da parte delle forze di polizia – ha finora respinto le richieste di voto anticipato affermando che alle urne si andrà probabilmente a fine 2026 o inizio 2027, con il paese impegnato nei preparativi di Expo 2027, la rassegna specializzata in musica e sport in programma fra due anni a Belgrado, e sulla quale la dirigenza punta molto per lo sviluppo del Paese.
























