Nell’80% dei locali commerciali del sud Sardegna l’accessibilità è complicata, a volte anche molto difficile o quasi impossibile, per chi ha difficoltà motorie.
E allora ecco il progetto “Io rampo”, iniziativa promossa da Fipe e Giovani imprenditori Confcommercio sud Sardegna.
Scacco matto ai problemi in due mosse: si misura il gradino o i gradini.
E poi si progetta una rampa che consenta l’accesso senza ostacoli. L’attività commerciale che partecipa al progetto poi sarà inserita in un portale che segnala i locali davvero accessibili a tutti. “Dobbiamo veramente metterci nei panni di tutti – ha spiegato Emanuele Frongia, presidente del Fipe sud Sardegna – spesso le attività si arrangiano con sistemi artigianali. Con Io rampo l’intervento è più razionale e sicuro: una scelta che favorisce autonomia e libertà”. Nuove generazioni in prima linea: “Una soluzione che consente – ha detto Matteo Achenza, presidente dei giovani di Confcommercio sud Sardegna – di risolvere molti problemi: la percentuale di difficoltà di accesso, comune al resto d’Italia, supera l’ottanta per cento”.
Il Comune di Cagliari ha già sposato la causa: “Un tema molto sentito – ha detto l’assessore alle Attivitá produttive Carlo Serra – in una città di per sé complicata per la presenza di ripide salite e discese. Ma si può fare sicuramente tanto”.
L’assessore al traffico Yuri Marcialis ha lanciato l’idea di cominciare subito magari individuando strade e zone accessibili.
“Solo un punto di partenza -ha detto – per poi allargare il discorso al resto della città”. Alfio Uda, presidente di Sardegna Accessibile ha spiegato che “le leggi esistono, ma non sono previste le sanzioni”. E che spesso chi è in difficoltà, pur volendo magari dare una mano alle attività locali, finisce per rivolgersi allo shopping on line. “Ci sono difficoltà di accesso – ha detto – anche nella nuova sede della guardia medica di viale Trieste: possibile che non si sia riusciti a trovare un locale al piano terra?”.























