Un nuovo approccio integrato e sostenibile alla salute e all’invecchiamento attivo che oltre alla cura tenga in buon conto anche prevenzione, relazioni sociali, alimentazione e qualità della vita.
Un approccio applicabile ovunque, nei piccoli centri come nei più vasti contesti urbani.
La Comunità mondiale della longevità guidata da Roberto Pili presenta il codice Perdas: modello mediterraneo innovativo e replicabile per affrontare i problemi legati all’età che avanza in Italia e in Europa.
Il progetto parte dall’osservazione degli stili di vita delle comunità longeve dell’Ogliastra, in particolare a Perdasdefogu, esempio di invecchiamento naturale. Con un presupposto: “La longevità in salute non è un privilegio riservato a pochi, ma un progetto di vita e di comunità”, spiega Pili, medico oncologo, esperto ricercatore dell’aging in campo internazionale. Il codice Perdas diventa acronimo di progetto di vita significante, emozioni regolate e positive, relazioni intergenerazionali e comunitarie, dieta mediterranea adattabile e sostenibile, attività motoria spontanea e quotidiana, salute integrata e prevenzione continua.
“Secondo gli ultimi dati Istat l’Italia si conferma tra i paesi con la più alta aspettativa di vita al mondo: 81,4 anni per gli uomini e 85,5 per le donne, ma gli anni vissuti in buona salute stanno diminuendo rapidamente, in particolare per le donne, con 56,6 anni di vita in salute, il dato peggiore dell’ultimo decennio – commenta Pili -. Il caso Ogliastra come modello di resilienza psicosociale e salute intergenerazionale studiato dagli esperti di tutto il mondo, ci offre un valido esempio. A partire dalle abitudini a tavola”.
La dieta mediterranea adattabile e sostenibile non è solo un elenco di alimenti, ma un modello alimentare flessibile, basato su stagionalità, biodiversità, equilibrio nutrizionale e convivialità. “Perdas è un modello educativo rivolto a istituzioni, comunità locali e sistemi sanitari di prossimità – sottolinea ancora l’oncologo – Vogliamo offrire un contributo concreto all’Italia e all’Europa, affinché la vecchiaia non sia vissuta come un peso, ma come una risorsa umana, sociale e culturale”.
Da qui l’invito a investire sulla salute sin dalla scuola, promuovendo una nuova educazione alla longevità che accompagni ogni fase della vita. “Serve un impegno collettivo – chiarisce Pili – per trasformare l’invecchiamento da crisi a opportunità”.






















