Sarà un weekend di interlocuzioni fitte per gli esponenti del Partito democratico della Sardegna.
Per lunedì alle 12 maggio alle 17, nella sede regionale di via Canepa a Oristano, il segretario dem Piero Comandini con il presidente Giuseppe Meloni hanno convocata la direzione.
Il Pd riparte dopo lo strappo con la presidente della Giunta Alessandra Todde, consumato sulle nomine dei commissari straordinari delle aziende sanitarie, tema che sarà di certo affrontato a Oristano, perché il primo punto all’ordine del giorno è proprio sulla sanità e sulla legge di riorganizzazione appena approvata, cui ora vanno date gambe e operatività.
A catalogare la vicenda come “un caso ormai chiuso, non c’è nessuna guerra, non c’è nessuna lotta”, è il capogruppo in Consiglio regionale Roberto Deriu.
“Noi non siamo stati d’accordo sulla nomina dei commissari per com’è avvenuta e quindi i nostri assessori non hanno partecipato al voto – ha sintetizzato all’ANSA -. Contemporaneamente, siccome siamo responsabili, non abbiamo voluto impedirla: abbiamo consigliato alla presidente cose diverse da quelle consigliatele dalla sua struttura tecnica. Lei, con le sue ragioni, che noi abbiamo capito, ha preferito seguire quel consiglio, quindi ha proceduto in un modo che noi non ci siamo sentiti di avallare”. Dopo di che, “siamo andati tranquillamente in aula, abbiamo varato leggi e la Giunta continua a funzionare”, ha chiarito.
A tenere banco nelle interlocuzioni del weekend sarà però il terzo punto all’ordine del giorno della direzione, dopo sanità e i referendum dell’8 e 9 giugno: le dichiarazioni del segretario Piero Comandini. Che potrebbero essere focalizzate sulla questione delle dimissioni e del cambio al vertice del partito in Sardegna. Dopo oltre un anno dalla sua elezione alla carica di capo dell’Assemblea sarda e all’annuncio di prossime dimissioni, Comandini è rimasto al suo posto anche alla luce dello scossone arrivato alla maggioranza con l’ordinanza di decadenza per la governatrice. Ma ora potrebbero essere maturi i tempi per la successione: tra i nomi in pole position resta quello del deputato Silvio Lai.























