Cresce la preoccupazione, anche nel mondo dell’ippica sarda, in vista dell’imminente adozione del nuovo decreto nazionale, che stabilisce che nelle manifestazioni con corse di velocità al galoppo non potranno più essere utilizzati cavalli di razza purosangue inglese.
In tutte le regioni si dovranno effettuare gli adeguamenti necessari per l’omologazione dei galoppatoi e intanto le corse saranno bloccate.
Sono sei le strutture in Sardegna: a Guasila, Bono, Pozzomaggiore, San Giovanni Suergiu, Fonni e Orgosolo.
Le preoccupazioni delle amministrazioni, delle associazioni ippiche e di tutto il comparto non riguardano l’adozione delle regole del decreto quanto la tempistica a disposizione per i necessari adeguamenti, incompatibile con gli eventi già previsti.
“La procedura richiesta richiederebbe infatti tempi tecnici incompatibili con l’imminenza della stagione ippica. Ecco perché ho deciso di inviare una comunicazione alla Presidenza del Consiglio, al Ministero dello Sport, della Salute, al Ministero dell’Agricoltura e a tutti i deputati e senatori sardi per chiedere una proroga dei tempi”, dichiara la sindaca di Guasila e consigliera regionale di Sinistra Futura, Paola Casula.
Una risposta positiva alla richiesta di proroga consentirebbe di rispettare le aspettative di associazioni e amministrazione che sono già al lavoro per il 2025 e nel contempo l’avvio di tutte le procedure necessarie per l’omologazione dei galoppatoi comunali in vista del 2026. “Una risposta negativa invece significherebbe l’annullamento di corse storiche che affondano le loro radici in una tradizione secolare che consente il pieno coinvolgimento delle comunità e dei territori della Sardegna”, aggiunge Casula.
La nuova disciplina inoltre detta i requisiti di sicurezza, salute e benessere per gli atleti, i cavalli e per il pubblico nelle manifestazioni che si svolgono al di fuori di impianti o percorsi autorizzati. Per questo motivo il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis ha presentato un’interrogazione parlamentare in quanto sarebbe a rischio una manifestazione secolare come l’Ardia di Sedilo. “Il provvedimento – spiega il parlamentare sardo – ha sollevato forti preoccupazioni in particolare a Sedilo, dove il 6 e 7 luglio di ogni anno si svolge l’Ardia, una secolare corsa equestre in onore di San Costantino, carica di significato storico, culturale e religioso. Le prescrizioni del decreto rischiano di rendere di fatto impossibile lo svolgimento dell’Ardia, snaturandone l’essenza rituale e compromettendone la continuità storico-tradizionale”.

























