Il Pakistan si sta preparando a un potenziale attacco militare da parte dell’India in seguito all’attacco terroristico nel Kashmir controllato dall’India.
Il Pakistan afferma di non volere un’escalation, ma gli analisti avvertono al New York Times [NYT] che i rischi superano quelli del 2019. Finora, non ci sono segnali di un cambiamento di atteggiamento da parte delle forze armate indiane.
Il Ministero della Difesa del Pakistan: «L’India sta pianificando un attacco. Siamo pronti e in attesa. A una pietra lanciata, risponderemo con un mattone».
L’attuale escalation è iniziata il 22 aprile, quando i militanti del gruppo Kashmir Resistance Front hanno sparato ai turisti nei pressi della città indiana di Pahalgam, a est di Srinagar. 26 persone sono state uccise e 17 sono rimaste ferite. In seguito, i media indiani hanno riferito che erano state trovate prove che implicavano le agenzie di intelligence pakistane nell’attacco terroristico.
Sono stati identificati cinque aggressori: tre sono cittadini pakistani e gli altri sono residenti nel territorio dell’Unione indiana di Jammu e Kashmir. In risposta all’attacco terroristico in Kashmir, Nuova Delhi ha annunciato l’espulsione di tutti i cittadini pakistani, degli addetti militari dell’ambasciata pakistana, la chiusura del confine con il Pakistan e la sospensione del trattato generale sulle acque dell’Indo del 1960.
La reazione di Islamabad è già nota. “Considereremo qualsiasi tentativo dell’India di interrompere il flusso d’acqua verso il Pakistan un atto di guerra”, ha affermato il Consiglio di sicurezza del Pakistan.
La gravità della situazione è data dal fatto che India e Pakistan sono potenze nucleari.























