“Il governo Meloni fa rimpiangere quello Draghi: ancora una volta si fa cassa con lo stipendio del personale dipendente”, inizia così la nota stampa della FLC CGIL.
“La Legge di Bilancio 2022 (Governo Draghi) aveva concesso per i redditi sotto i € 35.000 euro lordi annui la riduzione delle ritenute sull’imponibile previdenziale a carico del lavoratore. Questa riduzione delle ritenute non comportava effetti sul futuro assegno pensionistico. Una agevolazione che era stata poi rinnovata anche per gli anni 2023 e 2024″…”Attraverso questa misura nel 2024 si era quindi determinato un risparmio sulle ritenute da versare di circa 130-140 euro mensili netti (circa 1.600 euro annui)”, prosegue la Cgil.
“Tutti possono controllare nei propri cedolini l’importo che fino a dicembre 2024 appariva come _esonero tesoro L.197/2022 a.1c.281 DL 48/2023_. Nella Legge di Bilancio 2025, il Governo Meloni ha deciso di cancellare lo sconto sulle ritenute previdenziali e introdurre un cuneo fiscale per i redditi sotto i € 35.000 euro (a ridurre fino a € 40.000) che si calcola sull’imponibile fiscale. Lo possiamo vedere nei cedolini 2025 come _Ulteriore detrazione 2025_”…”Questa operazione è del tutto svantaggiosa per il personale rispetto alla precedente per cui chi è sotto al tetto dei € 35.000 euro lordi ha di fatto una perdita netta, nel confronto tra gli stipendi del 2025 e quelli del 2024, variabile a seconda dell’imponibile individuale, che può arrivare oltre i 70/80 euro al mese. Netti!”, incalza la Cgil.
























